PATTO DI STABILITÀ La Regione ferma gli avanzi dei comuni
De Menech e Zottis: «Dopo aver tolto al Veneto 143,5 mln del bando periferie, per le amministrazioni locali arriva la beffa»
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VENEZIA «A questo punto non sappiamo se a Roma siano più incapaci o in malafede. In ogni caso la mancata comunicazione tra Governo e Regione, nonostante siano dello stesso partito, è grave, perché il gioco delle tre carte viene fatto sulla pelle dei sindaci e quindi dei cittadini». A dichiararlo sono la consigliera regionale del Partito Democratico Francesca Zottis e il deputato veneto Roger De Menech, che tornano sul caso del bando periferie attaccando l’esecutivo che aveva promesso soluzioni alternative.
DISPORRE DI 4,5 MILIONI DI EURO DI AVANZO DI AMMINISTRAZIONE, 1 MILIARDO IN REGIONE. “VERO FEDERALISMO” DICE ROCCON
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BELLUNO Il consigliere comunale Franco Roccon che già aveva presentato in consiglio comunale un ordine del giorno (approvato) circa l’avanzo di amministrazione oggi canta vittoria.
Chiedeva l’applicazione delle due sentenze della Corte Costituzionale, emesse dopo il ricorso delle regioni Veneto, FVG e Trentino, in materia di equilibri di bilancio degli enti territoriali, che indicavano chiaramente ai comuni di disporre senza limiti di utilizzo l’avanzo di amministrazione e il Fondo Pluriennale Vincolato del bilancio 2017, dando avvio immediatamente alle opere messe nel Piano triennale delle Opere Pubbliche.
“Malgrado l’assessore al bilancio Lucia OLIVOTTO fosse contraria all’approvazione di una specifica delibera, così come qualche componente della maggioranza – afferma ROCCON– l’Ordine del Giorno presentato in sostituzione è passato all’unanimità, facendo proprie le considerazioni riportate nelle mie premesse frutto di un certosino lavoro documentale, capitanato dal prof. Luca ANTONINI esperto costituzionalista, che valutava assolutamente necessario disporre di una delibera per l’utilizzo di tale avanzo. L’assessore Olivotto riteneva di non aprire fronti di rischio sanzione per il comune e per i consiglieri che avrebbero votato la delibera pur sapendo che la Corte indicava proprio l’impossibilità del Ministero di avviare sanzioni nei confronti dei comuni che avrebbero liberato queste risorse.