In questi giorni è apparso un cartello sulle fontane che vieta l’uso di lavare i panni con o senza detersivo; giustissimo per le fontane in pietra che meritano il massimo rispetto, ma non per il lavatoio che non rientra nel divieto, da anni utilizzato per questo scopo. Per chi sgarra (lava) sanzioni da 75 a 500 euro.
IL VICE SINDACO FERNANDO SOCCOL PRECISA: L’ordinanza vale solo per le fontane, dove c’e’ la fontana e il lavatoio il problema non si pone, purche’ ci si limiti a lavare biancheria, nè cani, nè auto o altro
FERNANDO SOCCOL
TAIBON I lavatoi e le fontane da sempre presenti nel territorio del Comune di Taibon Agordino sono manufatti da conservare e da valorizzare. Sono stati realizzati per uno scopo ben preciso che appartiene al bene comune dei singoli cittadini. I lavatoi, di forma rettangolare per la maggior parte in cemento e risalenti alla metà del secolo scorso, le fontane invece molto più antiche realizzate in pietra locale e risalenti alla fine dell’800 ed a volte molto più antiche. Manufatti che appartengono al patrimonio architettonico della nostra comunità e che costituivano dei punti di aggregazione e di incontro, un bene comune per molteplici scopi di vita quotidiana il lavatoio per fare il bucato, e le fontane per l’approvvigionamento dell’acqua e per abbeverare il bestiame,in epoche nelle quali non c’era ancora l’acqua corrente nelle case e nelle stalle. E’ ovvio che al giorno d’oggi dobbiamo avere il massimo rispetto per questi manufatti realizzati dagli scalpellini di Taibon, famosi nei nostri paesi, ma conosciuti anche all’estero. Nel passato le donne si recavano direttamente sul torrente Tegnas per lavare i panni, come si vede dall’ istantanea in bianco e nero che riprende lo scorcio del “Pont de Togna” e della “Siega dei Marin”; poi in epoca successiva venne realizzato il lavatoio sulle “Rive del Tegnas” composto da tre vasche in cemento, la prima quadrata adibita a fontana per non sporcare l’acqua, la seconda rettangolare adibita a lavatoio per lavare i panni, e la terza ancora quadrata per deposito e scolo. Il lavatoio sulle rive del Tegnas viene utilizzato per lavare i panni da oltre mezzo secolo, ovviamente con l’avvento della lavatrice domestica in maniera minore e saltuaria, ma sicuramente un manufatto realizzato per quello scopo e per uso comune, a differenza delle fontane in pietra che sono certamente più artistiche, di pregio e destinate a maggior tutela.
“La nostra comunità ricca di acqua, che produce energia elettrica, che irriga i campi della trevigiana – dice Alessandro Savio – viene soggiogata come spesso avviene solo al pagamento della bolletta. Ma rallegriamoci, l’unica fontana esente che si è salvata da questo regolamento è quella di S. Cipriano, ma d’altronde non ci sono più le fontane e i regolamenti di una volta”.
FOTO D’EPOCA SULLA DESTRA LA “NINA” CHE LAVA I PANNI SUL TEGNAS
LAVATOIO E L’AVVISO
FONTANA SAN CIPRIANO DA SEMPRE CONTESTATA DA CHI AMAVA LA VECCHIA FONTANA, SONO TRASCORSI PIU’ DI 10 ANNI DA ALLORA E LE CRITICHE NON SI SONO MAI SOPITE