di RENATO BONA
Torniamo (e lo facciamo molto volentieri) sul capitolo “Aspetti economici e culturali nel tessuto sociale di Sedico”, curato da Gianni De Vecchi per il libro “Ricordando. Storia e immagini del Comune di Sedico” che è stato realizzato (tipografia Piave di Belluno) nel marzo 1986 dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, ad iniziativa del Comune e della Biblioteca civica. E ci soffermiamo su una serie di attività – oltre ad agricoltura ed allevamento di animali, dei quali ci siamo già occupati – grazie a quella preziosa fonte di notizie che è stato De Vecchi. Nello stabilimento bacologico di Mas venivano allevati bachi da seta di pura razza per ricavarne le uova, facendo arrivare da fuori le foglie di gelso necessarie per alimentarli. La capacità produttiva era sulle 18 mila once di seme-bachi “largamente esuberante per il fabbisogno”. Il “bacologico”, come veniva chiamato, ebbe purtroppo vita breve e dopo tre anni chiuse i battenti. Sempre a Mas, la Latteria didattica per la cui attivazione, nel 1928, il Consiglio provinciale dell’economia aveva erogato un contributo di 8 mila lire, operò per diversi anni anche nel dopoguerra, licenziando giovani teoricamente e praticamente istruiti nella fabbricazione di burro e formaggi. Operavano in tutt’altro campo le “Fusine dei Meli” che secondo voci di popolo sarebbero state attivate prima del 1500 da una famiglia di fabbri trasferitasi da Buda in Ungheria ai Meli di Sedico e dalla città di provenienza prese il nome di Budati poi cambiato in Buzzatti. A proposito dei Buzzatti, De Vecchi annota che “… parte dei Buzzatti si trasferì a Bribanet dove, ancora nel 1400, costruì un fabbricato che serviva anche da ospizio per zater e nel 1502 eresse la chiesetta di San Nicolò… altri ancora, arrivati sul finire del 1800, avviarono dopo la guerra mondiale tutta una serie di attività industriali e commerciali; le famiglie rimaste ai Meli possedevano ad inizio 1900 un mulino, un’osteria con sala da ballo e trattoria per carrettieri e operai, stalle con bestiame e molti terreni. Ancora l’autore: “Nel 1871 le fusine in attività erano tre: la prima di Giovanni Buzzatti fu Giacomo, la seconda di Domenico Buzzatti fu Carlo e la terza di Agostino Buzzatti fu Girolamo… il prezzo delle lame per segare le ‘taglie’, le ‘melle’ che diedero il nome alla vicina località e compaiono nello stemma comunale, variava da 12 a 15 lire ciascuna: erano considerate migliori, per la loro tempra, rispetto a quelle dell’Inghilterra e della Germania e dunque erano molto richieste. Nelle prime due fusine erano occupate otto persone, proprietari compresi, nella terza lavoravano giornalmente nove operai ed era l’unica in provincia di Belluno a trattare il rame proveniente dalle miniere di Agordo. C’era poi la produzione dell’ammoniaca: lo stabilimento – scrive De Vecchi – era ubicato vicino al Cordevole, nella località denominata ‘Sass Muss’ quasi ai confini fra i Comuni di Sedico e Sospirolo ed era di proprietà della società Montecatini. Entrò in produzione nel 1924 occupando all’inizio una ventina di persone. Vi si fabbricava soltanto ammoniaca. La corrente elettrica necessaria al funzionamento (un milione di chilowattora al mese) era fornita dalla vicina centrale. La produzione media si aggirava sulle 3 tonnellate e mezza al giorno. Nel 1928 lo stabilimento contava 39 dipendenti che nel 1964 erano scesi a 24-25; qualche anno dopo cessò l’attività. Altri settori occupazionali e fonte di reddito per Sedico del tempo che fu: segheria; falegnameria di Bribano (una statistica del 1891 spiega che nel Comune di Sedico c’era una falegnameria con 5 lavoranti che fabbricavano mobili e pavimenti in legno senza l’ausilio di mezzi meccanici); produzione di pietre molari; cottura dei sassi per produrre calce bianca; le prime imprese edili. Ancora: 32 telai in funzione per tessitura; trasporto di materiali con carri trainati da cavalli o, dove possibile, con zattere. Solo nel 1895 prese il via a Bribano l’attività di distilleria di liquori e il vivaio della ditta Frescura (iniziò la sua attività di distilleria nel 1895 a Bribano, piazza san Giacomo, nell’ex abitazione Candiago, con Primo Frescura che per i suoi meriti venne in seguito insignito del titolo di cavaliere, il primo del comune di Sedico! Nel 1920 diede vita, a Mezzaterra, al vivaio, soprattutto di piante da frutto, in cui trovarono occupazione ben settanta persone. Il massimo dell’attività si ebbe dal 1920 al 1930. Nel 1925 Frescura creò l’Industria bellunese marmellata e mostarde; nel 1931, alla sua morte, la distilleria passò al figlio Ezio ed il vivaio all’altro figlio, Ivo. Nel 1947, rientrato dalla prigionia, rimise in attività la distilleria a Bribano (dopo averla trasferita a Cortina) e alla morte del fratello Ivo, nel 1958, prese in mano il vivaio e cedette, era il 1963, la distilleria a Giuseppe Pellizzaroli; diversificò quindi la sua attività coltivando nel 1963 cento ettari di terreno per produrre “pannocchiette” per uso alimentare, esportate in Germania. La società Industrie bellunesi serramenti avvolgibili che iniziò ad operare a Belluno nel 1925 e quindi si trasferì nel nuovo stabilimento di Bribano occupando una decina di operai che in seguito aumentarono superando quota cento! Proprietari rimasero Giuseppe Deon e Beniamino Buzzatti e infine solo il secondo. Venivano prodotte persiane di legno, serramenti (tra i quali si citavano quelli della Banca d’Italia a Tripoli), tappeti, seggioline per bambini, tavolini da spiaggia, cassette di compensato. Verso il 1962 ha smesso l’attività. Quanto all’industria tessile, a Sedico essa era soltanto casalinga. Nel 1891 erano in funzione 2 telai per tessere la lana, 6 per il cotone, 12 per lino e canapa, altrettanti per materie miste. Nel 1987, sorse la prima fabbrica, il Pastificio di Bribano (ad inizio del secolo seguente, una cartiera ai Meli): costruita vicino alla strada statale e alla stazione, quasi di fronte all’albergo Buzzatti; maggiori azionisti divennero i fratelli Giovanni e Beniamino Buzzatti. Dalla fondazione e fino al 1917 il Pastificio occupava una trentina di persone; una caldaia alimentata dal carbone produceva aria calda che una ventola spingeva nell’essicatoio. Qui sui ‘gardiz” (i graticci) veniva stesa la pasta che una volta seccata veniva imballata e spedita alla clientela. Durante la Grande Guerra, quando compiva 20 anni, lo stabilimento fu danneggiato nelle sue attrezzature dagli eventi bellici e la situazione finanziaria si faceva difficile; i soci non intendevano esporsi ancora e così con grande coraggio Giovanni e Beniamino Buzzatti acquisirono tutte le azioni, rinnovarono attrezzature e macchinari aumentando produzione ed occupazione (in certi periodi fino a 50-60 persone). Il prodotto veniva venduto nelle province di Belluno e Trento. Nel 1940, previo accordo col fratello, Giovanni restò unico proprietario e affidò lo stabilimento al figlio Aldo. Durante la seconda guerra mondiale tutta la produzione era destinata esclusivamente alle forze armate. Dopo la guerra vi fu la ristrutturazione con aumento e miglioramento della produzione. Oltre a quella comune, venivano prodotte pasta all’uovo e paste speciali e “le donne erano di un’abilità e sveltezza eccezionali nel preparare a mano capelli d’angelo, nidi e matassine”. Negli anni 1950-52 la produzione sfiorava i 2 mila quintali al mese, cento al giorno. Notizie più vicine spiegano che nel 1967 si registrò l’ingresso nella società dei fratelli Pavan, e l’anno seguente prese il via la costruzione del nuovo stabilimento a Gresal con avvio della produzione il 2 maggio 1969, cui seguì l’acquisto di tutta la proprietà da parte dei Pavan stessi; il 27 giugno 1980 un furioso incendio distrusse quasi interamente in sola mezz’ora lo stabilimento; nel 1983 l’acquisto e totale rifacimento da parte del Gruppo Casillo di Foggia, proprietario di altri pastifici e molini, che nel settembre 1984 ha ripreso l’attività ancora con la denominazione Prodotti Alimentari Bribano. Chiudiamo qui questo capitolo di storia di lavoro di Sedico e della sua gente proponendo una foto di gruppo risalente al 1929 degli associati alla Società Operaia intendendo in questo semplice modo rendere onore a tutti coloro, uomini, donne, anche bambini, che con il personale impegno nei vari campi hanno validamente contribuito allo sviluppo e alla valorizzazione del paese che oggi è una delle punte di diamante della provincia di Belluno. NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Ricordando. Storia e immagini del comune di Sedico e Wikipedia): Sedico nell’anno 1919: oltre la strada si nota la Cal de Messa, allora viottolo interpoderale; immagine del 1954: il paese si è sviluppato a macchia d’olio nel centro e a nastro lungo le principali vie di comunicazione; il Pastificio di Bribano nella vecchia sede; foto-ricordo di gruppo, con dipendenti e proprietari del vecchio Pastificio di Bribano; lo stand della Pasta di Bribano alla Mostra dell’artigianato locale; autorità in visita nel 1925 alla centrale elettrica di Sass Muss vicino a Roe Alte, sullo sfondo uno dei due gasometri per la produzione di ammoniaca; scolaresche in visita ad una piantagione del vivaio Frescura nel 1922; lo stabilimento della Calce Sois a Roe Alte, in primo piano la stazione d’arrivo della teleferica; lo stemma del Comune; due lame di sega in campo azzurro, simbolo delle numerose segherie – che in epoca veneziana e nell’Ottocento si trovavano essenzialmente nella zona dei Meli – che lavoravano i tronchi che discendevano dell’Agordino mediante fluitazione lungo il Cordevole.