CALALZO Il sito comune.calalzo.bl.it dedica queste righe ad uno dei suoi cittadini illustri: Bartolomeo Toffoli, nato nel 1755 e mancato nel 1834. Eccole. “Sacerdote e scienziato, la sua passione e l’ingegno lo portarono a studi scientifici e produsse macchine di ogni genere. Tra le sue invenzioni ricordiamo un microscopio tascabile, una macchina per costruire lenti piccolissime, una per estrarre le acque dalle miniere di Agordo ed un interessante tavolo contenente l’intero sistema copernicano perfettamente funzionante, opera questa custodita nella biblioteca comunale”. Lo storico Giovanni Fabbiani nella sua “Breve Storia del Cadore” edito dalla Magnifica comunità di Cadore nel 1977, per i tipi della tipografia Piave di Belluno, a sua volta apre il capitolo breve degli scienziati scrivendo: “Studiò a Pieve, a Feltre, a Padova. Appassionato per le scienze fisiche, costruì un orecchio sessanta volte più grande del naturale, destando l’ammirazione dei professori; trovò il modo di conservare a lungo il cervello; inventò un microscopio tascabile, una macchina per costruire lenti microscopiche; costruì la sfera dell’orologio e i segni dello Zodiaco dell’orologio del palazzo del Capitanio a Padova, costruì una macchina per dimostrare il sistema copernicano che ancora si conserva a Calalzo e una macchina per estrarre le acque dalle miniere di Agordo. Venne nominato socio delle accademie di Padova, Milano, Bologna, Pisa, Berlino e Londra. Fu in amichevoli rapporti col Volta. Il grande studio e il grande lavoro annebbiarono la sua grande mente e impedirono che il suo genio ci desse altre e maggiori invenzioni”. Spazio ancora maggiore è quello che gli storici Paolo Conte e Marco Perale gli dedicano nel loro “90 profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire” edito nel 1999 da L’Amico del Popolo sempre con la Piave. Nel titolo del capitolo a lui riservato Bartolomeo Toffoli viene definito un geniale inventore di fine ‘700” mentre il sommario sottolinea: “Molto stimato nell’ambiente scientifico del suo tempo, fu al servizio della Serenissima ma finì recluso per quarant’anni nel manicomio di San Servolo”. Conte-Perale ricordano che Toffoli nacque a Calalzo il 22 marzo 1755, era di sabato, da Matteo e Maria Antonia Tabacchi, una famiglia agiata con altri quattro figli: il sacerdote Domenico, Paolo, Osvaldo e l’altro sacerdote Gianbattista. Attratto fin da ragazzino dalla fisica, il nostro ideò nel 1770 un mulino portatile ad acqua. Anche se il padre lo avrebbe preferito orologiaio, nel 1773 venne inviato al Seminario di Feltre da dove, 4 anni dopo, “scandalizzando non solo i genitori, fuggì ad un passo dal ricevere il suddiaconato”. Si trasferì a Trento e poi a Bassano prima di rientrare nel Seminario dove nel 1780 venne ordinato sacerdote. Ma – scrivono i due autori del libro – invece di dedicarsi alla cura delle anime, aprì a Feltre un’officina meccanica assieme al fratello Osvaldo. Per quasi sette anni Bartolomeo realizzò macchine per artigiani, operai e contadini. Costruì strumenti per tornitori, orologiai, falegnami e inventò diverse macchine tra cui una cucina per ospedali, una bussola per agrimensori, un apparecchio per livellazioni, un congegno per filare l’oro e avvolgerlo nella seta. Ben presto fu apprezzato in città e divenne noto oltre i confini del Feltrino”. Poi, su consiglio di amici verso la fine del 1887 si trasferì a Padova frequentando corsi universitari di fisica, astronomia e anatomia (qui costruì il grande orecchio in legno). Dopo una serie di realizzazioni ed invenzioni, nel 1789 presentò all’Accademia padovana le “Osservazioni sopra un mostro bicipite e sopra il cerebro dove rifletteva sulla nascita di un vitello a due teste” avvenuta nella stalla del fratello Osvaldo, e sul cervello in generale, cui fecero seguito indagini e la proposta di un metodo per poterlo conservare illeso e compatto per sezionarlo e studiarlo! In altro campo, nel 1789-90 sperimentò una pompa idraulica per prosciugare le acque dalle miniere agordine di Val Imperina ed il suo modello fu pubblicamente lodato dal Magistrato alle miniere di Venezia. Riuscì quindi a risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico per il monastero du San Girolamo a Serravalle ma non gli riuscì il bis per lo sfruttamento delle acque del Molinà, il torrente poco lontano dalla casa dove era nato. Da più parti gli vennero riconoscimenti ufficiali e ben 12 Accademie (comprese le italiane di Udine, Padova, Belluno Bologna, Pisa e Firenze) lo inclusero fra i soci. Era a Milano dagli inizi del 92 per frequentare la “Società patriottica” quando conobbe Luigi Galvani ed Alessandro Volta e quando, a fine settembre, la Repubblica veneta lo nominò Sovraintendente alle arti sicché si spostò a Venezia dove alloggiava dai Gesuiti, lavorando incessantemente fino al settembre 1793 quando si convinse a dare le dimissioni, impossibilitato come era a sostenere quei ritmi di lavoro. Dimissioni respinte e inizio di problemi mentali con un episodio di pazzia che lo ebbe protagonista in una locanda lagunare e che ne comportò l’internamento nel manicomio di San Servolo: aveva 39 anni e restò fra quelle mura fino al maggio del 1834, per 4 decenni! Tornò quindi nella sua Calalzo dove morì il 27 dicembre, era ancora di sabato. Su Bartolomeo Toffoli era calato l’oblio fino a quando Pietro Frescura lo ripropose all’opinione pubblica a conclusione di una pregevole ricerca. Nel 1984, a 150 anni dalla scomparsa, si svolsero importanti manifestazioni ad iniziativa dei comuni di Calalzo di Cadore e Venezia, e due volumi che, concludono Paolo Conte e Marco Perale “hanno gettato le basi per ulteriori studi sullo sfortunato inventore, studi che potranno avvalersi anche dei documenti che lo riguardano, acquistati dalla Biblioteca comunale di Calalzo nel 1991”.
NELLE FOTO (riproduzione dal libro di Conte-Perale e sito booksgoogle); un raro ritratto coevo dell’inventore di Calalzo; la copertina del libro di Pietro Frescura, edito da Federico Cav. Visentini “Invenzioni e scoperte dell’abate D.Bartolomeo Toffoli”; la “macchina copernicana” dell’Abate calaltino esposta in occasione di una grande mostra a lui dedicata.