di RENATO BONA
ALPAGO Martedì 23 marzo scorso, ricorreva il centesimo anniversario della scomparsa ad Irrighe di Chies d’Alpago, di Basilio Sisti, noto come il “Musicista dei gorgheggi”. La figura di questo valente artista è tra quelle che lo scomparso maestro Mario De Nale ha illustrato nel suo libro “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi” edito per il centenario di Placido Fabris, nell’agosto 1978 con la tipografia Piave di Belluno, dal Centro di educazione permanente di Tambre e dall’Associazione emigranti Bellunesi, con il sostegno della Regione Veneto e della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno. In realtà, era nato a Venezia il 9 marzo 1845 e dunque era alpagoto d’adozione, anche se a dire il vero ben poco si sa sulle sue origini visto che risulta nato da “ignoti” e sarebbe stato adottato da una delle famiglie Fagherazzi. E’ invece certo che aveva fissato la sua definitiva dimora “nel bel paese alpestre, appunto Irrighe, probabilmente dopo il suo matrimonio con Maria De Battista, nata nella vicina frazione di Funes il 4 ottobre 1848, dalla quale ebbe l’unica figlia, Rosa”. De Nale annotava: “Già a seguito dell’adozione era venuto a trovarsi fin da bambini nel paese dei suonatori ed amanti della musica da tante generazioni, e possiamo ammettere che un uomo fatto soprattutto per la musica come era lui, si sia subito trovato a suo agio”. Un aneddoto: ad una parete della cucina nella sua casa, era appeso un vecchio clarino: l’occasione per portarsi il bocchino alla bocca e soffiarvi le prime note era a portata di mano ma… causava le furie del Fagherazzi che gli intimava di rimettere lo strumento al suo posto per evitare di scassarlo. Il ragazzetto replicava piangente di volerlo utilizzare per imparare a suonarlo e alla fine Fagherazzi… gliene comprò uno nuovo!Concluse le scuole elementari, il ragazzo prese la via di Venezia per lavorare come inserviente di cucina all’ospedale di San Servolo. Il suo arrivo – scriveva Mario De Nale – creò scompiglio ed allegria: “quando, dpo aver pelato patate prendeva in mano il clarino per far sentire i gorgheggi dell’usignolo, tutti i cuochi gli si facevano attorno e dimenticavano di girare le bistecche, suscitando le ire del capocuoco; i ricoverati che si trovavano nel piazzale per la passeggiata alzavano il mento sopra il davanzale delle finestre delle cucine per vedere chi fosse il bravo suonatore ed i ricoverati delle corsie aprivano le finestre per far entrare le note melodiche…”. Col trascorrere del tempo tutte le sue iniziative nel campo musicale furono sostenute ed il nostro divenne maestro della piccola banda dell’Isola. La sua musica, quella che usciva dalle trombe, dalle fisarmoniche e, segnatamente, dal clarino, pur discostandosi dalla dotta, erra pur sempre arte, arte popolare perché nasceva dal popolo per essere suonata fra il popolo e per il popolo al quale piaceva. Ancora De Nale: “La sua era una musica opalescente e gaia che mandava in estasi le folle delle piazze, per cui è doveroso attribuirgli un posto di primo piano nel campo della diffusione della musica popolare contemporanea”. Tornato ad Irrighe Basilio si dedicò all’allevamento del bestiame e… all’insegnamento della musica ai giovani “Alcuni dei quali ne ricordano ancor oggi l’onestà, la serietà e la bravura”; amava pure fare delle passeggiate nei dintorni dei villaggi per ascoltare i gorgheggi degli uccelli e le voci delle montagne battute dai venti, che poi riportava nella sua musica, dandoci quindi: Il Teverone, La perussola (capinera), Il canto dell’usignolo, L’eco dei monti, La civetta, La perussolina (cinciallegra), La perussola e l’usignolo, La perussola e il savatolo (fringuello). Fra le opere più note ed apprezzate anche: Due sorelle, La poveretta, Pia marcia, Amor fraterno, Chies in festa, Lagrima alla Patria, La pesca di Lamosano, Fantasie per clarino, gran cassa, trombone, cornetta, bombardino, genis, basso dedicate “al molto reverendo parroco don Giovacchino Lupano”; Coro sopra un’oca rubata e mangiata all’osteria, La perussola e lo scoiattolo, La valle d’Alpago, Una passeggiata a Puos, L’Unione, La primavera, Rose di maggio, Il vento di marzo. Al mio ritorno, Canti d’uccelli. Prima di riportare il testo di “L’oca rubata” (coro), De Nale sottolineava che “La sua morte fu accolta con grande cordoglio in tutta la Conca” e faceva seguire il testo dell’orazione funebre ed estremo saluto rivolto a Basilio Sisti dal suo allievo Antonio Salvadori al momento della sepoltura, non trascurando di ricordare che “Al suo ricordo è stato formato ad Irrighe il complesso “I Basiliani”, diretto dal suo ex allievo, il maestro Antonio Fagherazzzi¸ è un complesso nato per allietare le piazze ma anche per far meglio conoscere il musicista alpagoto dei trilli e dei gorgheggi, il grande maestro del clarino e della musica popolaresca, ancora, erroneamente, troppo dimenticato”.Ma qualcosa si è mosso se, ad esempio, nell’ottobre 2013 – come si può leggere nel sito: marcaperta.it – “su iniziativa del dott. Andrea Bayou, è stato promosso e approvato un concorso artistico intitolato Catullo e la cartoline musicali dell’Alpago, grazie all’interessamento e alla preziosa collaborazione della dott.Chiara Fistarol, assessore alla Cultura del comune di Pieve d’Alpago, con l’appoggio dei colleghi assessori di Chies, Farra, Puos e Tambre d’Alpago. Il premio vedrà la partecipazione degli alunni delle Scuole primarie di tutto il comprensorio dell’Alpago e la giuria verrà presieduta dalla prof. Luciana Ferretti, già docente di educazione artistica nelle scuole secondarie di primo grado. L’idea è nata con il principale obiettivo di rendere visibile la cultura del territorio, la musica e la figura artistica di Basilio Sisti. I bambini dovranno concretizzare un disegno riguardante un tema della cultura locale, con l’aiuto della musica, che avrà il principale obiettivo di ispirare e stimolare l’immaginazione e la creatività di ogni partecipante. Sulla figura di Basilio Sisti è stata pubblicata una breve biografia a cura dello stesso Andrea Bayou, con un’analisi estetica-compositiva del maestro Matteo Segafreddo, compositore e docente all’Università di Venezia, su alcune celebri melodie del grande compositore bellunese”.
NELLE FOTO (riproduzione dal libro di Mario De Nale “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi; cianodeiscot su You tube; Faceboock; tutteleprese; beppe sebaste): il musicista-compositore Basilio Sisti; una copertina dedicata al musicista; esecuzione della sua entusiasmante “Polka popolare”; la copertina del libro che gli ha dedicato Andrea Bayiou; uno dei tanti spartiti musicali dell’artista; una panoramica di Irrighe dove si stabilì dopo la parentesi lavorativa a Venezia; l’Isola di San Servolo nel cui ospedale Basilio Sisti lavorò da giovane come inserviente di cucina.