BELLUNO “Si intervenga al più presto con la progettazione e realizzazione di nuove strade forestali dedicate ai mezzi per l’esbosco”: tanto sintetico quando chiaro l’appello è dell’associazione Belluno Alpina con riferimento al comprensorio dove sono in azione i mezzi impegnati nella rimozione degli schianti di Vaia. Contro lo spopolamento, lo sanno quelli di Belluno Alpina, è anche necessario garantire una viabilità adeguata: “Invece – precisa il sodalizio – ora i mezzi pesanti per l’esbosco passano su strade evidentemente inadeguate al loro passaggio, con danni inevitabili. Chi ci assicura che, una volta portato via il legname ancora buono, le ditte non preferiranno pagare una penale e andarsene, invece che ripristinare le strade e recuperare quel legname di scarto ormai inutilizzabile? Non è una cosa che il territorio può affrontare, sia dal punto di vista della sicurezza delle piante con l’incognita della diffusione del bostrico, sia dal punto di vista turistico con la necessità di riaprire tutti i sentieri ancora chiusi”. Belluno Alpina quindi chiede che “i fondi incassati dalla vendita del legname di Vaia in Nevegal e nel comprensorio vengano destinati prioritariamente alla realizzazione di strade forestali di esbosco, così da poter continuare a garantire il servizio di pulizia e da non danneggiare ulteriormente le infrastrutture di collegamento delle varie frazioni del comprensorio”.
L’associazione chiede anche di guardare al futuro: “Vaia ci ha mostrato come fossimo impreparati e come la gestione dell’ambiente sia fondamentale. Tutti i convegni che sono seguiti alla tempesta, pubblici e privati, hanno sottolineato l‘importanza di ripristinare una filiera del legno sul territorio: bisogna investire, programmare e progettare per far diventare l’ambiente una vera risorsa non solo turistica ma economica. Ci chiediamo: c’è qualcuno, a tutti i livelli, che sta lavorando per trovare risorse che siano fondi europei dedicati, capitoli del Recovery Plan o altro, da destinare alla gestione forestale e alla filiera corta?”.