BELLUNO La “Piave” di Belluno per conto del Comune ha stampato in offset nel novembre del 1973 il libro “Belluno a cavallo di due decenni. Azione mezzi ed interventi della Amministrazione comunale dal 1969 al 1973” con testi di Giuseppe Sorge ed immagini di Giuseppe “Bepi” Zanfron. Si tratta di un dettagliato resoconto delle attività svolte dalla civica amministrazione che all’epoca, dal 1968 al 1973, appunto, era guidata dal sindaco democristiano dott. Piero Zanchetta (era nato a Belluno l’8 ottobre 1922 e vi è mancato ai primi di gennaio 2005, all’età di 82 anni, lasciando la moglie Maria Antonietta Tognetti ed i figli Maria Vittoria, Pierantonio, Gabriele e Giorgio; il 4 gennaio di 16 anni fa il Corriere delle Alpi dava la notizia scrivendo fra l’altro: “E’ stato il sindaco dei grandi progetti: la ragioneria e le magistrali a Mier, le scuole di Mur di Cadola, il piano regolatore, lo sbocco della panoramica… ed è stato anche un sindaco che ha molto inaugurato: il palasport, il ponte degli alpini; fu tra l’altro tra i fondatori del Premio San Martino…”; ancora: laureato in medicina con specializzazione in chirurgia, fino all’età di 790 anni ha esercitato la professione di medico di famiglia; è stato anche medico dell’Enpas, scolastico e sportivo; la militanza nella Democrazia cristiana era iniziata dopo la guerra; per una legislatura, fino al 1963, fu consigliere comunale poi fino al 1968 presidente dell’Ente comunale di assistenza, l’Eca, che gestiva la Casa di riposo e la colonia di Caorle). Lo stesso Zanchetta nella presentazione sottolineava come più che la documentazione dell’azione svolta, la pubblicazione intendeva rappresentare una pagina della storia della città di Belluno “colta attraverso le sue vicende più rilevanti non solo in un momento particolarmente significativo della sua trasformazione da grosso centro a capoluogo di provincia, ma anche in un periodo storico caratterizzato da grandi riforme e dalla coscienza di una problematica che stanno segnando inequivocabilmente la trasformazione dello, della società, dei costumi, degli istituti più tradizionali”. Ed evidenziava il fatto che “non vi sia stato settore o aspetto della vita cittadina sul quale l’amministrazione non abbia lasciato il segno del proprio intervento, interpretando ed anticipando le nuove esigenze”. Prima di accennare solo per titoli all’attività svolta sotto la guida di Piero Zanchetta, vediamo quale era il consiglio comunale uscito dalla consultazione del 17 novembre 1968: Democrazia cristiana 17 seggi (Bianchet Furio, Bortot Vittorio, Bovolato Luciano, Bressa Giannino, Bristot Daniele, Cibien Guido, Colleselli Arnaldo, Dal Pont Artemio, Dal Pont Giovanni, Da Rif Gianfranco, De Bona Pietro, De Moliner Tullio, Larese Odorico, Panzan Luigi, Svaluto Moreolo Mario, Viel Giuseppe, Zanchetta Piero); Partito socialista italiano (Psu) 9 seggi: Gaetano Toscano, Dall’Asen Corrado, Righes Augusto, De Col Ermano, De Toffol Pasquale, Granzotto Decimo, Martini Gino, Bonfanti Salvatore, Dalle Mule Flavio; Partito comunista italiano 6 seggi: Bettiol Tullio, Bertolissi Antonio, Sponga Ivio, Olivotto Marino, Tormen Michelangelo, Grasselli Ferruccio; Partito liberale italiano 4 seggi: Protti Carlo, Arrigoni Giovanni Battista, Aggio Ostilio, Bonfatti Davis; Partito socialista di unità proletaria (Psiup): 2 seggi: Granzotto Giorgio, De Vecchi Alessandro; Partito repubblicano italiano 1 seggio: Da Rold Aldo; Movimento sociale italiano 1 seggio: De Mattè Mario (nella seduta di insediamento rinunciarono per incompatibilità Granzotto Decimo e Granzotto Giorgio, sostituiti rispettivamente da Crema Umberto e Zambelli Antonio; durante il quinquennio vennero surrogati per ragioni varie: Furio Bianchet, deceduto, con Alessandro De Boni; Carlo Protti con Diego Triches; Michelangelo Tormen, deceduto, con Gino Dassi; Marino Olivotto con Peppino Zangrando). La giunta risultava composta da Giuseppe Viel, Giannino Bressa, Luigi Panzan, Artemio Dal Pont, per la Dc; Gaetano Toscano, Gino Martini, Umberto Crema e Salvatore Bonfanti per il Gruppo socialista autonomo. Il testo scritto da Sorge era articolato nei capitoli: La composizione amministrativa; Le linee dell’azione comunale; La gestione del bilancio; I singoli interventi. E questi ultimi così suddivisi: interventi infrastrutturali: viabilità, opere di fognatura, acquedotti, illuminazione pubblica, traffico e trasporti pubblici; interventi nei settori dell’edilizia scolastica, della cultura e del tempo libero: scuole, biblioteche, museo, scuola di musica ed altre iniziative, impianti sportivi e campi di gioco; interventi di carattere sociale: edilizia economica e popolare, nettezza urbana, assistenza, igiene e sanità, edilizia cimiteriale; interventi nel campo economico: annona e commercio, agricoltura; altri interventi: uffici giudiziari; uffici e servizi comunali: le sedi e il centro elaboratore dati, il personale.
NELLE FOTO (sito lombardiabeniculturali.it, e riproduzioni da “Belluno a cavallo di due decenni”): Una cerimonia antifascista delfebbraio1971 con corteo guidato dal sindaco Piero Zanchetta; veduta aerea della zona bellunese interessata dal piano particolareggiato; la panoramica: un’alternativa al traffico cittadino; sede dell’istituto magistrale G. Renier in via di realizzazione a Mier; il nuovo asilo infantile di Castion con il monumento all’Alpino; valorizzazione del Nevegal: il villaggio “Alpe in fiore”; la Quantin-Nevegal verso il confine con Ponte nelle Alpi; il ponte sul torrente Gresal al confine con Sedico; campi da tennis in via di realizzazione a Fisterre; quartiere popolare di Vezzano; Crepadona: un complesso da salvare dall’abbandono per le iniziative di carattere culturale; il Palazzo Prosdocimi di via Mezzaterra: qui trovano sistemazione la ripartizione ragioneria e finanza, gli uffici demografici e la Comunità montana bellunese.