BELLUNO “Le strade in montagna, anche nelle Prealpi, servono per consentire ai turisti di visitarla e per permettere la pulizia dei boschi. Senza le infrastrutture necessarie, la montagna è destinata all’abbandono”: questa la denuncia dell’associazione Belluno Alpina che analizza quanto sta accadendo in queste settimane nel comprensorio del Nevegal. “Con l’apertura della stagione estiva i volontari, in occasione delle perlustrazioni e delle attività di pulizia di sentieri di collegamento verso Valmorel,si rendono conto sempre più che serve una strada che “apra” il bosco alle attività turistico-ambientali, una via che a 1000 metri di quota possa collegare l’intero comprensorio (strada in gran parte già esistente e da adeguare, in piccola parte da realizzare ex novo) da Quantin a Stabie; ci si potrebbe agganciare ai fondi del PNRR destinati alle aree rurali per sviluppare un percorso tematico, legandolo a lavori di miglioria alle malghe e alla sentieristica locale. Ogni comune ha nel comprensorio eccellenze da valorizzare e attività economiche che devono poter lavorare: per farlo, servono vie di comunicazione efficienti che potrebbero cambiare le sorti di questi borghi”, sottolineano dall’associazione. “Serve al più presto mettere a terra un progetto che permetta di valorizzare queste terre: si può partire da quanto già proposto in occasione del Bando Habitat di Fondazione Cariverona, che aveva visto la convergenza degli enti e delle associazioni che qui operano. Questa è la strada più immediatamente percorribile perché il progetto è già stato predisposto, grazie al lavoro dei funzionari pubblici che ben lo hanno costruito facendo sponda con operatori e abitanti locali, e sarebbe solo da implementare. L’obbiettivo deve essere quello di strade che permettano di vivere, valorizzare, scoprire paesi e malghe e di creare economia dal turismo e dalle attività forestali”. C’è infatti poi tutta la parte legata alla necessità di manutenzione e di pulizia dei boschi: “Da un lato, abbiamo strade vecchie che reclamano manutenzioni sulle quali passano camion carichi di legname, con inevitabili disagi per il fondo stradale; dall’altro, abbiamo decine e decine di ettari di bosco – oggi irraggiungibili dai mezzi a motore – che rischiano di essere lasciati al loro destino proprio perché è impossibile poi recuperare il legname”, evidenzia Belluno Alpina. “Non stiamo parlando per ipotesi: è quanto sta succedendo in queste giornate a Valbruna, dove per recuperare i tronchi portati a valle col trattore sarà necessario transitare con i mezzi pesanti sulla vecchia strada comunale destinata a finire come un colabrodo, e sotto Zoppei a malga Casereta, dove il legname raccolto probabilmente rimarrà là perché non ci sono strade di collegamento che permettano di raggiungerlo e di recuperarlo”. L’allarme vuole quindi far luce sulle necessità infrastrutturali per la pulizia boschiva, ma non solo: “Su quelle strade comunali percorse dai camion ora passano anche residenti e turisti; continuando così, tra qualche anno il bosco avrà invaso i borghi perché nessuno sarà in grado di pulire e manutenere il territorio. Già oggi, ogni anno che passa vediamo case inghiottite dalla vegetazione; è inutile parlare di lotta allo spopolamento della montagna se non si comprende che non basta la filosofia della politica per mantenere la gente quassù: servono interventi concreti, servono strade per portare via i tronchi e per andare a falciare i prati, magari per ripopolare i pascoli oggi occupati dal bosco. I prati stanno scomparendo a ritmi vertiginosi, è necessario intervenire concretamente con urgenza; chiederemo al Sindaco di Belluno di ripresentare il progetto insieme agli altri enti coinvolti per iniziare una vera valorizzazione dei borghi, della vita montana e delle Prealpi”, concludono dall’associazione.
*******