BELLUNO “Bene che finalmente si parli di unione per il Nevegal, ma non dimentichiamo di ragionare in termini di comprensorio, valorizzando le ricchezze che ci giungono dall’ambiente, a partire dal nostro oro che è il legno. È dalle Universiadi del 1985 che quando si parla di Nevegal si parla solo di piazzale e delle sue vicinanze; dobbiamo allargare lo sguardo e pensare a tutta l’area come un unico corpo da valorizzare turisticamente ed economicamente”: l’associazione Belluno Alpina commenta così l’incontro avuto da alcune associazioni del Nevegal con l’amministrazione comunale di Belluno. “C’è un’ampia zona oltre Can Canil, il Visentin, Valbruna, Sambuga con migliaia di ettari di bosco; siamo al confine con Valmorel, area ricca di eccellenze alimentari e terra che ospita importanti rassegne sportive; ci affacciamo sul Trevigiano; possiamo collegarci con l’Alpago, Col Indes, Pian Cavallo, il Cansiglio, il Lago di Santa Croce”, ricorda il presidente Gimmy Dal Farra. “Nonostante questo, continuiamo a ragionare per comparti stagni: l’incontro di una decina di giorni fa a Ronce aveva proprio questo obbiettivo, quello di rompere questa tradizione, abbattere i campanili e cominciare finalmente a ragionare come comprensorio. Un esempio è il progetto del laghetto, per il quale come Belluno Alpina abbiamo fortemente lavorato proprio per dargli un valore turistico e naturalistico di richiamo per l’intero comprensorio, con sentieri che collegano Valmorel e da lì Borgo Valbelluna e il Trevigiano”. “Servono progetti concreti, unitari e di area vasta che diano reale valore alpino a questa ampia zona delle Prealpi. Vista l’unità d’intenti dimostrata dalla Provincia di Belluno, dalla Regione Veneto e dai sindaci nel corso dell’incontro di Ronce del 5 maggio, nelle prossime settimane organizzeremo nuovi incontri dedicati ai temi che toccano da vicino questo comprensorio e lo faremo coinvolgendo tutte le associazioni di volontariato e di categoria e le amministrazioni pubbliche”, conclude Dal Farra.
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