di RENATO BONA
Penultima ricognizione alla bella serie di “Cancelli in ferro battuto a Belluno” (che è il titolo del libro – ndr.) che Vincenzo Caputo ha effettuato nel 2009 per trasferirla poi nel volume che nel luglio dello stesso anno ha dato alle stampe (Tipografia Piave) per la serie “Quaderni” proposta dell’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali. Hanno collaborato con Caputo l’architetto Roberto Reolon per la descrizione tecnica e l’esperto Augusto Burlon per la presentazione araldica. Partiamo da Cusighe dove nella piazzetta Giano Perale (oggi intitolata anche al fratello Agostino – ndr.).al civico 2, in buono stato di conservazione, possiamo vedere il cancello pedonale, in ferro battuto con ricci e fascette forgiate, disegno ottocentesco e cimasa alla spagnola, risalente agli anni Trenta, per l’accesso alla Villa Perale ricostruita nel 1735 a causa di un incendio. In vari periodi (1936-1944) – ricorda Caputo – vi ha soggiornato il vescovo di Belluno e Feltre Giosuè Cattarossi (1913-1944). Nella vicina via Dassi, civico 3, in buono stato, cancello pure anni Trenta, posizionato a nord dell’antica Villa Perale, da cui si accede alla corte. E’ a due ante con cimasa ad arco ribassato finemente lavorata, con motivo di eliche intrecciate la cui griglia verticale culmina con lance battute. Restiamo a Cusighe perché nella via Vittorio Veneto, civico 225, del XX secolo, in buono stato, all’interno della corte di una casa padronale del 1908 con annesso rustico, si può notare il cancello anni Trenta “di piccole dimensioni ma bello per la vivacità dei motivi che lo compongono”: in stile liberty, con fiori variamente composti e intrecciati. Ci spostiamo a Mier, civico 283, per il cancello del XIX secolo, in buono stato, risalente a fine Ottocento, per l’accesso ad una proprietà con vecchio stabile; cancello già in opera in altro sito e qui collocato da tempo con aggiunte laterali per adattarlo alla nuova sede. La lavorazione è quella tipica ottocentesca con chiodature, fascette e piombi. Al civico 158 ecco, stessa epoca, in non buono stato, il cancello di scuola “art nouveau” con i caratteristici girasoli, d’entrata alla Villa Corte ora albergo Carpenada. Originariamente, secolo XVIII, fu residenza estiva del vescovo Berlendis e successivamente proprietà Corte e altri. A Modolo, civico 188, del XIX secolo, in buono stato, il cancello di accesso principale alla Villa Miari Fulcis, rivolto ad ovest, con eleganti motivi, sovrastante il cancello che è di stile tardo barocco e caratterizzato da pannelli variamente ricamati. Sul retro delle scuderie della stessa Villa, rivolto ad ovest, ecco, in discrete condizioni, il cancello del XIX secolo “squisita manifattura con orditura rinascimentale…”. C’è poi , stessi epoca e stato, il cancello ovest di accesso al giardino “in cui prevale la lavorazione industriale”. Non è invece in buone condizioni il piccolo cancello al limite del giardino lato nord-est. E siamo ad Orzes, civico 91, per osservare il cancello ottocentesco a classica griglia verticale a barre quadre, di entrata alla ex Villa Rudio poi Doglioni e infine Sammartini, XIX secolo, in buono stato. Stessa via, civico 121, per il cancello, XIX secolo, in buono stato, forse della metà Ottocento, cimato dalla lettera B (Barozzi). Nella casa morì (1884) il sacerdote Sebastiano Barozzi, patriota e poeta del Risorgimento. Nelle due guerre mondiali, l’edificio ospitò i comandi austriaco e tedesco. Nella via Safforze, del XVII secolo, in non buone condizioni vi è ciò che resta dell’entrata in ferro battuto antistante la Villa Fulcis-Montalban che ospitò il generale Massena (1799), il vicerè Eugenio (1809) e re Vittorio Emanuele III (1903). Villa distrutta dagli austriaci nel 1918. Località Sagrogna, civico 50, per il cancello, in buono stato, dei primi Novecento, di accesso alla Villa Giulia (1777-1913) già proprietà Varola. Per Salce, civico 27, Vincenzo Caputo propone un dipinto murale ottocentesco all’interno della Villa già dei nobili Corte (secolo XVII) attribuito a Girolamo Moech (1792-1875) raffigurante il prospetto nord della villa “con il cancello come era in origine e cimato dallo stemma del casato”. Stessa località, al civico 27, per il cancello, XVIII secolo in buono stato, di entrata nord della ex Villa Corte (secolo XVII); si tratta di un ampio manufatto di recupero, comprensivo dei pilastri della seconda metà del XVIII secolo, proveniente dal Piemonte, collocato di recente. Per la stessa villa, del XX secolo e in buono stato ecco il “grazioso cancelletto dei primi Novecento, all’interno della villa e qui collocato di recente; in origine era situato poco distante tra una colonna e un pilastrino ancora esistenti”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Vincenzo Caputo”Cancelli in ferro a Belluno”): Cusighe: cancello di accesso alla Villa Perale; Via Dassi 3; Via Vittorio Veneto 225; Mier civici 283 e 158; Modolo cinque scorci e cancelli di Villa Miari Fulcis; via Orzers civici 81 e 121; via Safforze; Sagrogna; dipinto attribuito a Girolamo Moech e dedicato alla villa Corte di Salce; entrata nord della stessa villa; cancelletto nel giardino della Villa Corte.