Il 31 gennaio del 1888, dunque centotrentadue anni or sono, era di martedì, don Giovanni Bosco “si spegne a Torino, circondato dal cordoglio di tutti quelli che lo avevano conosciuto, lasciando dietro di sé una scia luminosa di opere concrete e di realizzazioni (come si può leggere nel foglietto settimanale distribuito fin da domenica scorsa nella cattedrale-basilica del Duomo di Belluno). La parrocchia che porta il suo nome del Santo, come il piazzale antistante la chiesa, e la vicina Scuola dell’infanzia, in collaborazione con l’istituto salesiano “Agosti” celebrerà la ricorrenza, secondo tradizione, con una grande festa che ha come slogan: “Un cuore che batte per i giovani”. Si comincia venerdì 31 gennaio all’Agosti: dalle 9 giochi nei cortili della scuola; alle 11,15 messa per i ragazzi, dalle 14,30 allievi ed allievi usciti negli ultimi quattro anni incontrano Etienne Jean Marie, ballerino & coreografo ed Alessandro Zanuto, giocolieri; a seguire, breve incontro con gli ex allievi; in Parrocchia: alle 18,30 messa; in Oratorio; dalle 19,30 pizza e incontro con i giovani dell’Oratorio stesso. Sabato 1 febbraio: in Oratorio dalle 15: grandi giochi per tutti i ragazzi con la presenza del giocoliere Alessandro; domenica 2 alle 11 messa presieduta dal vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni. Venerdì 7 febbraio: alle 14,30 presentazione dei nuovi progetti e a seguire inaugurazione della nuova aula informatica dedicata a “Giulia, il nostro piccolo angelo” recentemente scomparsa; sabato 8 febbraio alle 15 incontro annuale degli ex allievi; a seguire una chiacchierata su: “L’Agosti ieri, oggi e… soprattutto domani”. Ma chi era Giovanni Melchiorre Bosco? Ancora dal foglietto della Parrocchia Duomo-Loreto: “Straordinario educatore e indimenticabile sacerdote, nacque il 15 agosto 1815 in una famiglia contadina poverissima a Becchi Castelnuovo d’Asti. Rimasto orfano di padre a soli due anni, matura la vocazione sacerdotale fin da subito. Nel 1841, giovane prete, arriva a Torino e comincia ad esplorare la città per farsi un’idea delle condizioni morali dei giovani. Ne rimane sconvolto. Ragazzi che vagabondano per le strade, disoccupati, sbandati e depressi pronti a qualsiasi cosa. Rimane inoltre profondamente impressionato dal constatare come tanti di quei ragazzi prendano da subito la via delle patrie galere. Capisce che non può rimanere indifferente a tutto ciò e decide di agire per cercare di sanare, come può, la difficile situazione. Aiuta dunque i ragazzi a cercare lavoro, si prodiga per ottenere condizioni migliori per chi è già occupato e fa scuola ai più intelligenti, Nasce così nella periferia torinese il primo oratorio. Don Bosco diventa col tempo una figura di rilievo nazionale, Don Giovanni Bosco rimase sempre altrettanto straordinariamente una persona umile e semplice. Nel 1872, instancabile, fonda la Congregazione femminile delle Figlie di Maria Ausiliatrice, detta della Suore Salesiane. Pochi anni dopo, è il 31 gennaio 1888, si spegne a Torino, circondato dal cordoglio di tutti quelli che lo avevano conosciuto, lasciando dietro di sé una scia luminosa di opere concrete e di realizzazioni”. Aggiungiamo, in conclusione, che è stato presbitero e pedagogo, fondatore delle congregazioni dei Salesiani oltre che delle Figlie di Maria Ausiliatrice. È stato canonizzato da papa Pio XI nel 1934 ed è considerato uno dei santi sociali torinesi. E’ il patrono di educatori, scolari, giovani, studenti ed editori. E’ sepolto nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino.
NELLE FOTO (Renato Bona e Google): riproduzione del volantino con l’annuncio della festa nella Parrocchia bellunese di Don Bosco; la chiesa parrocchiale dove è parroco don Guido Novella; l’Istituto salesiano Agosti, la scuola dell’infanzia “Don Bosco” di Belluno; l’Oratorio; il ballerino e coreografo Etienne Jean Marie; il giocoliere Alessandro Zanutto.