di RENATO BONA
“E’ vero, in questo tempo di pandemia (che a quanto si apprende ha colpito anche la comunità dell’istituto salesiano bellunese “Agosti” – ndr.) non possiamo organizzare grandi cose, ma come salesiani attenti al mondo dei ragazzi e delle famiglie non possiamo stare solo a guardare. Ecco alcune iniziative per ricordare don Bosco e tenere viva in lui la sua attenzione educativa”. Questo annuncio, preannunciato dal parroco di San Giovanni Bosco di Belluno don Claudio Zamperin alla conclusione della messa, e poi presente in un volantino distribuito ai fedeli, contiene il dettaglio delle “Occasioni di incontro per la festa di Don Bosco nonostante la mascherina”. Si tratta di tre appuntamenti per genitori, educatori, insegnanti e allenatori, che si terranno in videoconferenza sempre con inizio alle 20,30, via meet (per partecipare basterà iscriversi nella pagina www.agosti.it alla sezione eventi: gli interessati riceveranno il link per la partecipazione il giorno prima della conferenza. Si parte martedì 26 gennaio con la video-conferenza sul tema: “Figli connessi, genitori sconnessi? Genitori, come ci poniamo di fronte ai nostri figli ‘digitali’?”; relatore sarà don Giovanni Fasoli (psicologo clinico iscritto all’Albo del veneto ed educatore sociale, sacerdote dell’Opera famiglie di Nazareth, psicologo clinico iscritto all’Albo del veneto ed educatore sociale; vive la sua vita con gli adolescenti e con i giovani che incontra nelle scuole, in momenti di spiritualità e in varie attività. Ancora: sta concludendo un master al Minotauro di Milano in psicologia delle nuove tecnologie e la scuola di psicoterapia Aetos di Venezia dove insegna all’Università Iusve nel dipartimento di psicologia e pedagogia, materie che riguardano la dimensione Cyber e Social: la WebLife. Tiene incontri di formazione nelle scuole, nelle associazioni e nelle parrocchie; ha un blog e scrive libri). Venerdì 29, alle 10,30: Kristian Ghedina incontra i ragazzi della scuola e alle 14,30 consegna l’attestato di terza media agli allievi usciti lo scorso anno; domenica 31: alle 11 messa in onore di don Bosco e al termine simpatico e veloce aperitivo. Lunedì 1 febbraio alle 9 messa con i ragazzi della scuola; dalle 10,30: giochi salesiani (sempre rispettando i protocolli). Martedì 2: video-conferenza sul tema: “Sport: un bisogno di campioni o di valori?”, nuovo incontro con Ghedina, ex campione cortinese dello sci (il più vittorioso discesista azzurro della storia con qualcosa come 33 poi in Coppa del mondo e tre medaglie ai mondiali; ha disputato 255 gare di Coppa del mondo0 con 167 gare di discesa libera, allenatore di sci è stato anche pilota automobilista); Marcella Bounous, psicologa dello sport e pedagogista (è presidente di Aisp e docente Iusve; da anni si occupa di preparazione mentale di atleti professionisti e non, sia di sport individuali che di squadra; è “formatore” della Scuola dello sport del Coni); Elisa Calcamuggi, giornalista sportiva (lavora come reporter e inviata per la redazione di Sky sport 24; da inviata ha partecipato a tre edizioni dei Giochi olimpici invernali: Torino 2006, Vancouver 2010 e Sochi 2014; una edizione dei Giochi paralimpici invernali (Vancouver 2010); sette mondiali di sci alpino; un mondiale di sci nordico; un Tour de France e, fra l’altro, cinque edizioni del Giro d’Italia). Martedì 9, terza ed ultima video-conferenza sul tema: “Cosa sta insegnando alle nostre famiglie questa esperienza di lockdown? E la nostra fede, che fine ha fatto?”, relatori don Nicola Giacopini (direttore Iusve dal marzo 2020, docente stabile dal 2015-16 per l’insegnamento della psicologia della famiglia; diplomato alla Scuola quadriennale di specializzazione in terapia sistemica familiare nel Centro milanese di terapia) e la famiglia Pozzobon (Andrea è docente di pedagogia della famiglia; entrambi sono responsabili della Pastorale familiare della Diocesi di Treviso; hanno 4 figli). Non può mancare in chiusura un sintetico richiamo a “Don Bosco, un cuore che batte per i giovani” di cui ricorre il 31 di questo mese il 133. anniversario della scomparsa, al cui nome è intitolata la bellunese chiesa parrocchiale (consacrata dal vescovo Gioacchino Muccin il 4-5 giugno del 1966) dei Salesiani (nel 1924, il 23 ottobre, su pressante, prolungato interessamento di don Antonio Sperti, giunsero a Belluno i primi tre: don Mario Signorini, don Francesco Carpenè ed il coadiutore Lorenzo Del Favero) oltre alla piazzetta antistante l’edificio sacro e l’istituto salesiano Agosti. Ci aiuta la libera enciclopedia Wikipedia ricordando che “Giovanni Melchiorre Bosco, meglio noto come don Bosco, figlio di Francesco e di Margherita Occhiena, è stato un presbitero pedagogo, fondatore delle Congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (presenti a Belluno fino a poche settimane fa nella scuola dell’Infanzia Don Bosco” – ndr.); è stato canonizzato da Papa Pio XI nel 1934; è considerato uno dei santi sociali torinesi. Nacque il 16 agosto 1815 a Castelnuovo Don Bosco e morì a Torino il 31 gennaio 1888; è patrono di educatori scolari, giovani, studenti ed editori; è sepolto nella Basilica Maria Ausiliatrice di Torino
NELLE FOTO (Renato Bona; Wikipedia; riproduzioni da due vecchi ciclostilati e dal volantino-annuncio della Parrocchia bellunese): San Giovanni Bosco in un santino; il santuario di Santa Maria ausiliatrice di Torino con il corpo del Santo; visione della chiesa parrocchiale di Don Bosco e dell’Istituto salesiano Agosti a Belluno; la copertina del ciclostilato stampato per la consacrazione della parrocchiale di San Giovanni Bosco e quella che ricorda l’arrivo dei Salesiani a Belluno; il volantino con le iniziative proposte per la “Festa di don Bosco”; don Giovanni Fasoli; Kristian Ghedina; Marcella Bounous; Elisa Calcamuggi; don Nicola Giacopini; i coniugi Pozzobon.