BELLUNO L’associazione Belluno Alpina accoglie con soddisfazione la notizia dell’aggiudicazione dei fondi del Piano Pinqua da parte del comune di Belluno, ma punta l’indice contro lo Stato che non promuove azioni per i territori di periferia: “Benissimo che arrivino altri 39 milioni di euro per la riqualificazione della città, ma ancora una volta lo Stato dimentica la montagna vera e abitata, non pensando a bandi per infrastrutture boschive o per l’ambiente. Cosi si accentua la disuguaglianza tra chi abita in città e chi nelle zone periferiche, incentivando lo spopolamento delle terre alte”. “Lo Stato non può creare disuguaglianze e ingiustizia tra i suoi cittadini: le città godono già di molte comodità, mentre le periferie di montagna sono in sofferenza. Inoltre, il settore turistico punta molto sulle zone naturalistiche lontane dai grandi centri, quindi sarebbe strategico investire nelle zone dove l’ambiente è il vero valore aggiunto”, continuano da Belluno Alpina. L’associazione evidenzia come, a fronte degli oltre 3 miliardi destinati ai progetti Pinqua e ai quasi 60 milioni arrivati alla sola Belluno tra rigenerazione urbana Pinqua, non sia più accettabile parlare di assenza di soldi: “Siamo rimasti gli unici a credere alla montagna come risorsa? Perchè non istituire bandi per i musei di montagna, come potrebbe essere quello dello sci in Nevegal da solo un milione di euro? O per le infrastrutture di collegamento o per il turismo green, o per le frazioni periferiche? Perchè non sostenere le imprese locali, come con l’attivazione di una filiera del legno? Ci sono pochissimi bandi dedicati alla vita in montagna, pensiamo a quelli di Fondazione Cariverona o dei Gal, ma con cifre certamente non comparabili con quelle dei maxibandi nazionali”. “Quindi ora – concludono da Belluno Alpina – ci aspettiamo pari investimenti: vediamo se la capacità politica dei nostri amministratori locali e dei nostri rappresentanti a Roma, la maggior parte dei quali fa parte della maggioranza che sostiene questo governo, riusciranno a lavorare insieme per dare pari opportunità anche agli abitanti delle zone marginali. In questo momento, con i bandi destinati ai centri, lo Stato sta certamente aiutando l’economia e il recupero di alcune aree, ma soprattutto sta aumentando la disuguaglianza sociale tra centro e periferia. Inoltre, si conferma la miopia dello Stato centrale che ignorando le problematiche infrastrutturali e ambientali della montagna non solo incentiva lo spopolamento, ma così facendo lascia all’abbandono il territorio con inevitabili problematiche idrogeologiche che hanno pesanti ripercussioni anche sulla pianura”.
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