con la fondamentale collaborazione di Alessandro Savio
TAIBON I beni di uso civico , in particolare nel periodo della Repubblica di Venezia , erano delle terre a gestione collettiva, per la maggior parte destinate al pascolo e bosco concesse in uso gratuito ai residenti , ed esenti dal pagamento delle imposte. Questi beni comuni hanno costituito negli anni un territorio godibile dalla collettività di soggetti corrispondenti ai discendenti dei fuochi di famiglia originari oppure vincolati dal regime regoliero. Sono comunque beni inalienabili,indivisibili e inusucapibili fintanto che non abbiano perso i requisiti di uso civico e ovviamente dopo aver ottenuto l’eventuale assenso degli enti preposti. Essi fanno parte di un patrimonio stimato in Regione Veneto intorno ai centocinquantamila ettari, e tanti Comuni devono ancora accertare l’esistenza e la consistenza delle terre di uso civico ,poiché risulta effettivamente complesso determinare con certezza l’esatta individuazione catastale a causa delle difficoltà per reperire i relativi documenti storici . Molti comuni della Regione Veneto hanno concluso le operazioni di verifica e per altri sono solo state avviate. L’iter burocratico è sicuramente lungo e complesso sia per l’accertamento e sia per la eventuale alienazione dei beni che hanno perso i requisiti di uso civico , e i contratti di vendita stipulati in assenza di autorizzazione dell’ente preposto (Giunta Regionale del Veneto) sono considerati nulli. In riferimento a quanto soprascritto sulla materia vorremmo segnalare un episodio pertinente quale è stato il recente incontro di collezionisti di oggettistica e antiquariato svoltosi nella frazione di Andraz di Livinallongo presso i locali del caratteristico bar Edelweiss (Trebo) da Luigina, in quanto nell’occasione, fra la esposizione della parte cartacea è stato reperito con un fortunato scambio un documento originale datato 12 maggio 1858 con il quale l’Imperiale Regio Commissario distrettuale di Agordo indicava perentoriamente quali erano gli elenchi dei terreni destinati ai beni di uso civico per il pascolo degli animali caprini, lanuti e bovini nei Comuni del distretto e precisamente : Agordo-Alleghe-Canale-Cencenighe-Falcade- Gosaldo-La Valle-Rocca Pietore-San Tomaso-Taibon-Vallada-Voltago. In particolare l’avviso pubblico recita a firma del Regio Commissario :
“ A notizia e norma ,e perché nessuno possa allegare eccezioni di sorta nel caso di contravvenzione ed altro, qui in calce si descrivono le località destinate pel pascolo degli animali caprini, lanuti e bovini nei sottoelencati Comuni componenti il distretto di Agordo, ritenuta la contravvenzione , nel caso che venissero colte delle bestie fuori dalle località stesse. resta poi assolutamente vietato qualunque siasi pascolo nei boschi tensi“
A questo segue la descrizione particolareggiata delle località per ogni Comune con la esatta identificazione dei confini e le avvertenze per l’accesso da strade vicinali o comunali. Il manifesto redatto su cartoncino ha le dimensioni di cm 60 x 80 . La maggior parte dei Comuni citati ha concluso l’accertamento delle terre di uso civico , in fase di istruttoria sono i Comuni di Gosaldo,Taibon, Voltago e Vallada. Certamente il documento sopradescritto sarebbe propedeutico per la identificazione dei beni in questione.