OGGI SUL CORRIERE DELLE ALPI
DI CRISTINA CONTENTO
BELLUNO Truffa e turbativa d’asta in concorso dietro il taglio e lo sgombero di lotti boschivi e materiale di risulta, offerti a “filiera corta”, dunque incentivati. E anche il falso in atto pubblico per soggetti le cui posizioni sono state stralciate. In quattro, tra imprenditori e dipendenti, sono finiti davanti al giudice Paolo Velo, con presunte accuse di aver messo in piedi un cartello per l’aggiudicazione dei lotti a bando di alcuni Comuni, e di aver spacciato la biomassa come proveniente da “filiera corta”, quando invece, secondo la procura, non c’era possibilità di tracciamento. Con l’aggravante di poter percepire il sovrapprezzo legato al chilometro zero.Nel periodo dal 2013-2014 al 2016 le ditte in questione avrebbero conferito nelle centrali Sicet e Ceb tonnellate e tonnellate di materiale che veniva utilizzato per la produzione di energia, e che godeva di una tariffa incentivata. La procura contesta infatti oltre 700mila euro indebitamente percepiti tra il sovrapprezzo pagato dalle centrali biomasse ai fornitori e il rimborso che la società ministeriale ha rifuso alle centrali . In aula l’imprenditore Graziano Slongo, 60enne di San Gregorio, titolare di ditta individuale e anche di Bioenergia; di Paola Facchin di 60 anni di Mel (dipendente) entrambi difesi dall’avvocato Mauro Gasperin; quindi di Giulia Zanvettor trentenne di Belluno, della Calor Legno (avvocati Frate e De Francesch); Luca Canzan, 49enne di Agordo (avvocato Massimo Moretti). ….
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