di Tiziano De Col
Lettera al Deputato Cav. Pascolato – 28 aprile 1888
On. Sign. Deputato Cav. Pascolato – Roma
Terribile e gravissimo infortunio cominciò nel 23 corrente a scaraventarsi sopra una Villa di questo Comune denominata Conaggia. Piantata dessa in fondo ad un bacino contornato a pochissima distanza da alti monti, uno di questi, che franatosi fin dalla prima metà del secolo passato la rovinava nelle sue case, per lo squagliamento delle grandi nevi tornò a franare adesso, e nel pomeriggio appunto del 23 corrente l’alluvione della motta, degli alberi schiantati, dei massi di pietra e di neve forzava i poveri abitanti ad un esodo desolante colle loro masserizie, coi loro animali e coi scarsi foraggi. Si ricoverarono alla meglio in altre Ville e presso altre famiglie di questo Comune. Le famiglie che dovettero abbandonare le loro case sommano a 60. La parte inferiore della Villa è già allagata di melma; nessuna casa e fienile crollati per ora; ma si limitasse anche l’alluvione a riempire del suo materiale le fabbriche senza rovinarle o portarsele via, sono per ciò stesso rese inabitabili in avvenire. Di più i guardiani che visitano ogni dì il monte minaccioso riferiscono ch’esso è smottato fino alle sue creste e che il materiale in motta nei giorni scorsi e attualmente fermatosi, è il doppio di quello già dirupatosi. Poveri gli abitanti di Conaggia! Essi che trepidavano in passato ad ogni pioggia torrenziale, ad ogni ingrossamento del torrentaccio che lambe la loro Villa, o allo squagliamento delle nevi in primavera, ne sono adesso così sgomenti, che non vogliono ad ogni conto tornar più nelle loro case. E dall’alto di questi monti mandano un grido di dolore e di preghiera a Lei, Onorevole Signore, affinché, messosi d’accordo con gli altri due suoi Colleghi Deputati di questa Provincia, ne interpellino la Camera ed il Ministero per un sussidio da stanziare ai poveri disgraziati di Conaggia. Prescindendo dal danno dei prati smottati sul dorso del monte e dai campi coperti dal materiale dell’alluvione in fondo alla valle essi domandavano 4000 lire per famiglia colle quali comprarsi il sedime e fabbricarsi la casa in altro terreno di questo Comune, più sicuro e più salubre dell’abbandonato e nel modo e nelle località che verrà loro destinata dalla Commissione apposita. Potrebbero così utilizzare il legname e il materiale delle case abbandonate e sempre minacciate. Quello che può fare questo Comune è di conceder loro il legname mancante. Quante famiglie non volessero o non potessero fabbricarsi una nuova casa non percepiscano del sussidio particolare che ora si invoca dal Governo. Non si manca di far osservare altresì a V.S. che questo Comune non ebbe che tenuissima parte, quantunque che presentasse i relativi documenti al sussidio Governativo per i danni dell’inondazione del 1882. Se troverà del caso, mandi pure la Camera chi crede a visitare la Villa danneggiata, e rileverà la verità di quanto si asserisce, e approverà la domanda con che unicamente si può provvedere e adesso e per sempre in avvenire al bene della Villa sfortunata. Quanti intelligenti furono in questi giorni a vedere lo spettacolo spaventoso dell’alluvione, appalesarono l’imperiosità che questa Villa trapianti altrove i suoi lari. A quest’ora il Ministero avrà già ricevuto la relazione dell’ Ingegnere Capo del Genio Civile di Belluno che fu di sopraluogo e che le unisco in copia per opportuna conoscenza. Onor. Sign. Deputato, ascolti pietoso questo grido di dolore e di preghiera che per mezzo mio Le mandano questi miei amministrati, perori la loro causa presso la Camera e faccio voti che con unanime deliberazione mi abbiano a consolare di favorevole rescritto, Della S.V. Onor.ma Devotissimo Sindaco De Col Giuseppe
Relazione del Sindaco di La Valle al Genio Civile di Belluno
Illustrissimo Sign. Ingegner Capo del Genio Civile di Belluno
Mi onoro riferirLe quanto segue: Il numero degli abitanti del villaggio di Conaggia è di 416. Conaggia è il villaggio più numeroso dei dieci che formano questo Comune. Le famiglie componenti il villaggio sono 67, però, in qualche casa, vi sono due o tre fuochi/famiglia separate e comproprietarie Le case ingombrate, compresi stalle e fienili sono fino al 28 , elevandosi continuamente la materia tra il 26 e il 27 si ingombrarono e resesi inabilabili altre sei case Tranne cinque famiglie, che lo fanno in questo giorno, tutte le altre fino da ieri trasportarono ogni mobilia e robba di casa nei villaggi di Cugnago, Fades e Lantrago presso parenti, amici e conoscenti, ove alloggiarono la scorsa notte, e questa ventura in quel villaggio non vi abita alcuno, all’infuori delle persone poste a guardia per ogni buon …… Gli abitanti quindi che non abbandonarono il villaggio (ma che sono prossimi ad abbandonarlo) sono di 35 . Domani il villaggio sarà deserto affatto, pressocchè alcuno si fida a rimanervi. Quindi il danno che arrecò la frana , alle fabbriche, ai terreni coltivati, ai prati asportati, alle piante in numero non minore di 4000 erano sopra questi, l’immensa materia utile che venne portata via dall’ acqua e la perdita del capitale del trasporto di ogni casa al villaggio stesso si calcola per ora in via approssimativa a Lire 500.000. Da Informazioni or sono pervenutemi il pericolo non è per anco cessato, perché ancora una massa inimmensurabile è in movimento lassù, le cui conseguenze non si possono prevedere
Il Sindaco
Stima del danno da parte del Comune – 28 aprile 1888
MONTE: Frana larghezza lato superiore m 500 circa e lato inferiore m 30 circa, larghezza media m 268 e lunghezza m 2000 per una superfice approssimativa di 536.000 metri quadrati.
PIANO: Larghezza media m 200 e lunghezza dal villaggio ai piedi del monte m 3000, per una superfice approssimativa di 600.000 metri quadrati. Letto dell’acqua anteriore all’evento, lunghezza m 3000, larghezza m 30 per una superfice anteriore all’evento di 90000 metri quadrati. Il territorio perso a causa dell’evento è di circa 1.046.000 mq al quale si sommano circa 190 mq di campagna in pascolo per un totale di 1.196.000 mq (pari a 119,6 ettari)
La Valle Agordina vista da Rivamonte in una immagine di fine del 1800. Cerchiato in rosso si vede il villaggio di Conaggia invaso dai detriti che si spingono fino all’attuale zona ecocentro dove furono probabilmente fermati da una valanga del Valon de la Fontaniga la quale determinò un invaso contribuendo all’interramento del villaggio di Conaggia. Questa foto è inedita, si vedono anche le grandi valanghe e i torrenti in piena. Foto Archivio Tiziano De Col
Boa di Conaggia del 1888. Foto aerea con zone di distacco. In alto a destra, paleofrana postglaciale dei Camin, sottostante allo Spiz del Moschesin, area di circa 546mila mq. ; B+C = Località Soffitta; B = testata dello scivolamento del 1888 che provocò un ribassamento fino ad A; A= Località Pian dei Gobi, dove , nel 1888 si assestò il ribassamento proveniente da B ; D= Attuale Frana di Buscaresem, attivatasi tra il 1 luglio ed il 1 agosto 1987 superfice di circa 35mila mq; C= Frana dela Soffitta, probabilmente innescatasi nel 1748; A+B+C+D = 241mila mq; Dati catalogo IFFI-ISPRA movimenti franosi. Elaborazione Tiziano De Col
Piano di Assetto Stralcio Fiume Piave_Pericolosità Idrogeologica. In Arancione (P3- Pericolosità geologica elevata) delle frane di Buscaresem e Soffitta che provocarono gli eventi del 1748-1888-1987. In verde la frana postglaciale dei Camin (P1_Pericolosità geologica moderata) ed in arancione scuro le frane di RU e Giaon (P4-Pericolosità geologica molto elevata)che si innescarono nel 1966 e delle quali parleremo nella terza parte di questa ricerca storica.
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