di Renato Bona
Grazie a Facebook ho ritrovato un caro amico, bellunese di adozione: Armando Dal Col, creatore, lustri or sono, in quel di Belluno, del “Giardino Bonsai della Serenità”. In un messaggio dei giorni scorsi, premesso che “l’età si fa sentire…” mi conferma quanto immaginavo: “Siamo sempre attivi (a Tarzo, suo paese natale, dove vive con la moglie Haina, sposata a Manila nel 1987 e dove si è trasferito nell’autunno di dieci anni dopo – ndr.). E sottolinea con orgoglio: lei si è subito appassionata e mi aiuta moltissimo nel mantenimento dei bonsai, forse troppi… La passione smisurata non ci abbandona e continuo ad amare il Bonsai come ho fatto da sempre e così continuiamo ad essere attivi con il Giardino, che lo scorso anno è stato segnalato nel sito dell’Unesco delle colline del prosecco Conegliano Valdobbiadene ed il direttore Giuliano Vantaggi di Belluno viene spesso a farmi visita, ed anche Marina Montedoro”. E’ il momento di ricordare cosa è il Bonsai (cui Dal Col ha accostato fin dalla parentesi bellunese, il Suiseki). Lo facciamo “attingendo” dalla presentazione del libro “Bonsai e Suiseki. Tecnica arte e filosofia” che Dal Col ha dato alle stampe nel 1988, dedicandolo alle figlie Stefania e Laura, con il Gruppo Editoriale Muzzio di Padova, a cura di Stella Longato, disegni nel testo di Stefania Dal Col, copertina di Elsa Danese che riproduce un Bonsai e un Suiseki creati dall’autore. Altro pregevole volume, riccamente illustrato da splendide immagini, e pure presentato da Gianfranco Giorgi. è stato realizzato nel 1991 sempre con Muzzio editore, copertina e grafica di Paola Gamba, tutte le foto di Dal Col, in copertina riproduzione di bonsai di Pino mugo; si tratta di “Bonsai l’evoluzione. Flora italica per il Giardino della Serenità” (entrambi i libri con dedica “al caro amico Renato Bona, con profondo rispetto per avermi dato l’opportunità di farmi conoscere ed apprezzare fra i nostri concittadini attraverso Il Gazzettino, con stima e riconoscenza”. BONSAI. Nella breve storia si spiega che la sua origine è sicuramente cinese e le prime piante coltivate in vaso, pare risalgano a prima del 1500. Già nel 220 dopo Cristo i cinesi avevano cominciato a riprodurre in scala con maestria sorprendente, i giardini rocciosi e questo spiega perché ancora oggi conservino una particolare predilezione per i paesaggi Bonsai (che si deve leggere “albero in vassoio” e che racchiude in se un microcosmo in cui si può “vedere” un intero paesaggio e “leggere” la storia di una pianta). La sua diffusione nel mondo occidentale avviene dopo la seconda guerra mondiale ad opera di alcuni reduci americani rimasti letteralmente affascinati da quest’arte. Notizie in proposito sono pervenute anche in occasione di due esposizioni tenutesi a Parigi nel 1878 e a Londra nel 1909. L’Expo ‘70 di Osaka nel 1970 fu “un revival utile al mondo intero perché vivifica l’arte del Bonsai coinvolgendo le nuove generazioni. Vengono quindi illustrate le caratteristiche che valorizzano un Bonsai, gli stili Bonsai, le differenti misure d’altezza, i metodi per ottenere una pianta Bonsai, la scelta del contenitore, la miniaturizzazione del muschio, la fertirrigazione, come creare un paesaggio su roccia, e si chiude con la “Storia del faggio: da pianta morente a rigoglioso Bonsai”. SUISEKI: la parola significa acqua (Sui) e pietra (Seki). Come il Bonsai ebbe origine in Cina ed approdò in Giappone nel XV secolo. Come farlo? Bisogna innanzitutto cercare una pietra che possa adattarsi e trovarvi la parte frontale in modo da pore in evidenza il suo apice, quindi bisogna adeguarla dotandola di un adeguato supporto, un contenitore poco profondo senza fori di drenaggio, pieno di sabbia o di acqua a seconda che il Suiseki venga visto come montagna o come scoglio o isola. Il taglio della base sarà l’unico intervento diretto sulla pietra. Poi…”Si scoprirà un mondo vivo e palpitante che trabocca dalle linee del Suiseki e grazie alla sua apparente pochezza di forme, la mente percorrerà una via che conduce alla pace e alla serenità passando per un mondo fatto di cose antiche”.
NELLE FOTO (riproduzione dai due libri di Armando Dal Col): la copertina di”Bonsai e Suiseki”; quella di “Bonsai l’evoluzione”; l’autore, Armando Dal Col; la moglie, Haina sua “aiutante”; una “perla” dal sito Fb di Dal Col; tronco di rami di un pesco cosparsi di calce per mantenere sana la corteccia; un faggio come si presentava in natura; il faggio a primavera 1982 : evidente la ripresa; Picea abies, 40 centimetri di altezza, età 25 anni; “Dolomiti” montagna a dirupo scosceso 13x19x9 centimetri; Il “Faggio patriarca” presentato da Armando Dal Col; Haina mentre modella una Picea abies; aceri palmati ottenuti da seme.