di RENATO BONA
Nel settembre di 41 anni fa lo scomparso amico Toni Fontana, tipografo di vaglia e appassionato ricercatore e cultore di storia bellunese, mi faceva dono del libro “1. Borgo Piave. La storia, le case, l’arte” (che preludeva a “2 Borgo Piave. La gente, il lavoro, il fiume”, scritto a quattro mani con lo storico prof. Flavio Vizzutti. Stringata ma ugualmente affettuosa la dedica: “A Renato giornalista, Toni Fontana tipografo. Leggimi con misericordia. 20.9.80”. Il volume, stampato dalla tipografia Piave, era edito dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali per la serie Quaderni. In prima di copertina la riproduzione di “Veduta di Borgo Piave”, olio su tela 96×66 di Girolamo Moech, in quarta: “Sobborgo di Piave” anno 1982, disegno ad inchiostro di Osvaldo Monti (Biblioteca civica bellunese); disegni di M. Fontana, composizione linotypia A. Ferraro, grafica A. Fontana). In premessa, gli autori scrivevaono: “Un moto di amore per il nostro Borgo e la constatazione che un’epoca si sta chiudendo per sempre, ci hanno indotto a raccogliere notizie di vario genere sulla vita andata dell’antico rione della città di Belluno: questo materiale – ripreso nella formulazione originaria data dalle fonti – concerne la storia vista nel suo significato più ampio; includente cioè il costume, l’arte e le tradizioni. L’attento lettore rileverà che sovente gli argomenti, specificamente riguardanti Borgo Piave o San Nicolò – come chiamar si voglia – sono presentati in una cornice storica più estesa che ha come sfondo quella ricca messe di eventi che costituiscono molte pagine della storia bellunese e veneta”. E aggiungevano: “Non abbiamo la pretesa di aver raggiunto la completezza, tanto più che ci siamo accorti che il nostro piccolo mondo, se scrupolosamente guardato dal di dentro, è più ricco di fatti e problemi di quanto si possa immaginare… La nostra è una semplice ricerca condotta tra antichi manoscritti che non di rado sanno di sudore e lacrime, lasciando trasparire spesso il sacrificio di una vita al giorno d’oggi inimmaginabile”. E concludono, rivolti ancora al lettore: “Troverà non solo qualche omissione, ma forse anche qualche imprecisione. Ci auguriamo pertanto che altri ricercatori completino, precisino, amplino l’indagine iniziata nel lavoro che presentiamo, che dovrebbe prevedere due ‘quaderni’: il presente sul Borgo vero e proprio, il secondo sugli zattieri con i loro Statuti e sugli usi e costumi delle nostre genti”. Vogliamo ricordare che il libro è articolato nei seguenti capitoli: “La Krosèra”, “Inizio di una storia”, “Via Callunga”, “Via Fossal”, “Domenico Falce e l’intima essenza del Borgo di S. Nicolò della Piave”, “Piazzetta S. Nicolò”, “Via S. Nicolò”, “Via dei mulini”, “Casa Doglioni-Botegón”, “Casa Fantuzzi e Kortivón”, “Casa Secco”, “Conceria fratelli Colle”, “Gli skorzèr”, “Società Mutuo Soccorso”, “Epopea di un Borgo”, “Giuseppe Fantuzzi”, “Un sigillo poco conosciuto”, “Girolamo Moech”, “Ippolito Caffi”, “Osvaldo Monti”, “Antonio Maresio Bazolle”, “Annali di Belluno”, “Antiche carte del Borgo”, “Don Luigi Poclener”, “I ponti della Piave nel Borgo di S. Nicolò”, “Il pontét”, “Sfogliando le vecchie carte. Un fatto luttuosissimo”, “Le alterne vicende politiche…”, “Eugenio Miozzi”, “La nascita di un ponte”, “Il ponte Della Vittoria”, “Miscellanea”, “La chiesa di S. Nicolò”, “Lapide e tavolette votive”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro dell’Ibrsc): “1. Borgo Piave”): la copertina del volume di Fontana-Vizzutti; la Krosèra della Fontana secca; particolare di “Borgo Piave” di Osvaldo Monti; balcone aperto sul Borgo; ancora la Krosèra; scorci del “salotto all’aperto della gente del Borgo”; particolare di via Callunga che si univa a via dei Mulini; tra strette mura spazio per un’auto; architrave di un’antica casa nella via Fontana secca, col segno di famiglia, il monogramma di Cristo, la data di costruzione dell’edificio; scorcio di via Fossal; ex Casa Doglioni: la sala interna completamente crollata e la strada per le Concerie; disegno di via dei Mulini.