LA VALLE Era il 2009, quando il bostrico si fece vedere in forma “organizzata” in alcuni boschi lavallesi, in particolare nei pressi del Passo Duràn, Malga Roa e Malga Foca. Negli anni precedenti erano stati fatti alcuni tagli selettivi (lotti boschivi) nelle zone sopra menzionate e il solo fatto che fosse entrata un pò più di luce ai margini dei tagli aveva dato la possibilità al bostrico di approfittare della debolezza che questa situazione aveva indotto nelle piante di abete rosso. Figuriamoci ora dopo Vaia. Siccome la problematica era già ampiamente diffusa anche in altri boschi del bellunese , i Servizi Forestali Regionali organizzarono un monitoraggio dal parassita mettendo a disposizione delle fitotrappole a feromone per catturare una parte degli insetti e monitorare il proliferare del parassita e chiesero ai Comuni di collaborare per l’installazione delle fitotrappole e il monitoraggio settimanale delle catture e la loro misurazione volumetrica. Fu così che il Comune di La Valle Agordina aderì all’iniziativa e , di concerto con i Servizi Forestali Regionali furono posizionate le tre fitotrappole sui luoghi sopra menzionati e a turno, Sindaco, Assessore Crose Domenico e il dipendente Angelo Zuanel (nelle foto allegate) di recarono, per l’intera stagione a verificare il funzionamento delle fitotrappole e per misurare le catture per poi trasmettere i dati ai Servizi Forestali Regionali. Un monitoraggio quindi, non certamente una forma di cattura per eliminare il problema che non è risolvibile in questo modo. Il bostrico c’era, abbondante, anche allora, colpì le piante più deboli che erano marginali o erano rimaste isolate rispetto al bosco, si diffuse per circa due o tre stagionalità e poi si fermò. Fattori ambientali e fattori meteo contribuirono al suo diffondersi e poi al suo fermarsi ? Quasi certamente, in quanto non furono intraprese particolari iniziative di taglio preventivo per fermare il parassita e il contesto ambientale provvide a “gestire da solo” la questione. Certamente il disastro di Vaia ha innescato una catastrofe ambientale dove le piante a terra abbattute dal vento sono purtroppo solo la prima, ben visibile azione, ma a seguito ci sono gli attacchi dei parassiti sulle piante morte a terra e su quelle indebolite rimaste in piedi , ma seriamente danneggiate nelle loro strutture interne fortemente indebolite dal fortunale e poi ci saranno i risvolti per la sicurezza idrogeologica e valanghiva.