VENEZIA “Grazie alla Polizia provinciale di Belluno per aver incastrato il bracconiere ‘a caccia’ di lupi. Questa operazione è un monito importante per i giustizieri improvvisati: con il Dna è impossibile farla franca”. Così Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico commenta la notizia dell’individuazione del bracconiere che in Valbelluna avrebbe seminato trappole con esche e lacci per uccidere grandi carnivori come il lupo. L’uomo è stato identificato grazie al Dna recuperato sull’impianto di cattura e ora è indagato per le ipotesi di reato di caccia con mezzi vietati e tentata uccisione di animale. “Mi ha colpito il metodo barbaro e crudele: ammazzare l’animale per lenta asfissia da strangolamento o per gravi lesioni agli arti, a seguito di prolungate sofferenze. Fortunatamente, a quanto pare, il piano non sarebbe riuscito. L’abbattimento del lupo, ricordo, è illegale. Stiamo parlando di una specie protetta, eppure in Veneto dal 2010 a oggi sono una ventina gli animali uccisi tra bracconaggio e incidenti stradali. La sua presenza è fondamentale per l’ecosistema, come abbiamo visto per esempio in Cansiglio contro il proliferare dei cervi. Le istituzioni hanno il dovere di agevolare la convivenza con l’uomo, facendo prevenzione e garantendo maggiori aiuti agli allevatori. Per troppo tempo, invece, sono rimaste a guardare incuranti dell’esasperazione di chi si è visto predare il bestiame e solleticando gli istinti peggiori”.
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