OGGI SUL CORRIERE DELLE ALPI
DI GIGI SOSSO
«Pervertiti tu e i tuoi collaboratori, avrai terra bruciata ovunque, ti do un’altra settimana di tempo, versa i soldi o per te sarà la fine professionale».
«Brutto cicciobombo» all’ex datore di lavoro sul social della gelateria. Portate a processo per diffamazione e tentata estorsione per arretrati che non sarebbero stati onorati, madre e figlia sono state condannate dal giudice Paolo Velo. Una pena mite: 400 euro di multa più le spese e altrettanti di risarcimento, più le spese e altrettanti di risarcimento danni. La tentata estorsione è stata derubricata in tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
IL BRACCIALETTO SVENTA L’IRRUZIONE IN CASA DELLA MADRE
Piomba in casa della madre nonostante il divieto di avvicinamento, per questo aveva il braccialetto elettronico per i reati di maltrattamenti e lesioni aggravate. La donna si è accorta del suo arrivo ed ha chiamato i Carabinieri di Feltre che hanno portato l’uomo, 40 anni di Cesiomaggiore, in carcere. Molti gli episodi di maltrattamenti contestati, l’ultimo a dicembre. L.L. è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.
ESPLOSIVI IN CASA, VERSO IL PATTEGGIAMENTO
I due arrestati puntano a una misura meno pesante e a un patteggiamento il più possibile vantaggioso. G.D.B., 71 anni di Morzanch e L.S, 68enne di Fianema sono ristretti a casa e hanno dato mandato agli avvocati Manola Lise e Paolo Serrangeli di fare ricorso al Riesame di Venezia .L’obiettivo è avere al massimo l’obbligo di firma alla caserma di Santa Giustina. In un secondo momento, i difensori andranno dal pubblico ministero Roberta Gallego per cercare di concordare la pena da fare applicare al giudice per le udienze preliminari Enrica Marson.I reati contestati sono la detenzione e il trasporto.