di Renato Bona
A firma di don Giuseppe Bratti, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, preside del liceo “Lollino”, e vicario parrocchiale di Santa Giustina, nel sito diocesano chiesabellunofeltre vi è un importante annuncio: la Diocesi di Belluno-Feltre è inserita nel “Calendario interdiocesano per la pace” con altre diocesi del Nordest. L’iniziativa è rivolta oltre che a Belluno-Feltre, alle diocesi di Concordia-Pordenone, Padova, Treviso, Vicenza, Vittorio Veneto e Trento che – scrive Bratti – hanno orchestrato per la Giornata mondiale della pace del 1. gennaio, e per l’intero mese, il calendario interdiocesano per la pace, scandito da un ‘cammino disarmante’. Oltre alle Chiese locali, l’elenco dei soggetti organizzatori si apre a ventaglio dall’Azione cattolica agli Scout passando per le Acli, il Movimento dei Focolari, l’associazione Comunità Giovanni XXIII, Sant’Egidio, Beati costruttori di pace, solo per citarne alcune”. Dunque, cancellate dalle singole agende diocesane veglie e marce per la pace, in conseguenza della normativa che regola il drammatico fenomeno mondiale della pandemia, “gli organizzatori non si sono persi d’animo e si sono rivolti ai social quale mezzo per mettersi in contatto. Pertanto sarà on-line la pagina Facebook sulla quale verranno trasmesse in diretta, come su altri social, le celebrazioni e le altre iniziative. Partita con “Unire”, venerdì 1 gennaio, nella Giornata mondiale di preghiera, promuovendo un messaggio ed iniziative di pace, l’iniziativa è proseguita sabato 9 con il secondo “passo” intitolato “Pregare” : veglia di preghiera “Armati di pace” della Diocesi di Vittorio Veneto. I prossimi appuntamenti: domenica 17, inizio alle 17, col passo intitolato “Conoscere”: una tavola rotonda della Diocesi di Padova, con interventi di Lisa Clark, copresidente dell’International Peace Bureau; Francesco Vignarca, coordinatore delle Campagne di rete italiane “Pace e disarmo”, Carlo Cefaloni, redattore di “Città nuova” e padre Mario Menin, direttore di “Missione oggi”. Saranno presentate esperienze di pace dalle varie diocesi. Mercoledì 20 dalle 20,30, toccherà ad “Ascoltare”, un Webinar (seminario interattivo tenuto su internet – ndr.) della diocesi di Treviso, intitolato “Urla e silenzi di guerra” e condotto da Nello Scavo, firma di “Avvenire”. E siamo a venerdì 22 (il via alle 12) con il caratterizzante quinto passo: “Sperare”, in diretta da Aviano, Diocesi di Concordia-Pordenone, che si intitola “Pace al decollo” ed auspica che la pace possa prendere il volo, in un luogo dove a decollare sono tuttora le aeromobili militari dell’Usaf, l’aeronautica militare statunitense. Viene ricordato che la base militare di Aviano come quella di Ghedi in provincia di Brescia, custodisce in Italia ben 40 testate nucleari, versioni aggiornate rispetto alle bombe sganciate nel 1945, seconda guerra mondiale, su Hiroshima e Nagasaki. Arriviamo a mercoledì 27 quando, a partire dalle 20,30, si affronterà il sesto passo intitolato “Dialogare”, curato dalla Diocesi di Treviso; previste le testimonianze dal Libano di padre Michel Abboud, presidente della Caritas nazionale libanese, e dalla Turchia di monsignor Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia. Ancora don Bratti a ricordare che tutti questi incontri sono organizzati sulla falsariga del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace: “La cultura della cura come percorso di pace”. Con il Pontefice che dichiara di proporre la cultura della cura come antidoto alla cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi prevalente. A sottolineare che “Dalla dottrina sociale della Chiesa il Papa prende quelle azioni che costituiscono ‘la grammatica della cura’ e sono: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato”. L’appello di Papa Francesco si rivolge anche “a quanti sono impegnati al servizio delle popolazioni, nelle organizzazioni internazionali, governative e non governative, aventi una missione educativa e a tutti coloro che, a vario titolo, operano nel campo dell’educazione e della ricerca”, perché “la pace nel mondo ha come passaggio obbligato l’eliminazione dalla faccia della terra delle armi nucleari” e dunque “l’obiettivo finale della totale eliminazione delle armi nucleari diventa sia una sfida che un imperativo morale e umanitario”. E conclude: “Con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari creiamo un fondo mondiale che possa finalmente porre fine alla fame e favorire lo sviluppo nei Paesi più poveri”. Al Papa e al suo messaggio “La cultura della cura” aveva fatto riferimento anche il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni, nella duplice celebrazione, nel capoluogo e a Feltre, per la “Giornata mondiale della pace”, affermando che “Anche noi vogliamo crescere nella cultura della cura vicendevole gli uni verso gli altri. E’ questo il percorso di pace, il cammino di salvezza che possiamo percorrere, cultura della cura per debellare quella dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro oggi spesso prevalente”.
NELLE FOTO (sito chiesabellunofeltre; Wikipedia; ): L’annuncio delle iniziative interdiocesane per la pace nel mondo; il vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni alla celebrazione di Feltre; don Giuseppe Bratti che sul sito diocesano ha annunciato il “Calendario per la pace”; foto aeree dei due funghi atomici delle due città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki durante i bombardamenti del 6 e 9 agosto 1945; Urakami Tenshudo: cattedrale cattolica di Nagasaki semidistrutta e con la cupola rovesciata; così Hiroshima dopo i bombardamenti; padre Michel Abboud; monsignor Paolo Bizzeti.