di RENATO BONA
Sono numerosi, a Belluno, i cancelli, in gran parte risalenti al primo periodo del secolo scorso a cui è stata applicata in fase d’opera, o successivamente, una tamponatura in lamiera, ricoprendo in gran parte e a volte quasi totalmente le parti più interessanti ed apprezzabili del cancello stesso; tali manufatti non sono inclusi nel lungo elenco corredato dalle immagini (Luca Zanfron o Vincenzo Caputo) che il ricercatore ha steso dopo un’approfondita ricerca, nel libro “Cancelli in ferro a Belluno” che è stato stampato dalla tipografia Piave nel luglio 2009 per conto dell’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali presieduto dal prof. don Sergio Sacco. Hanno collaborato con Caputo: Roberto Reolon per la descrizione tecnica ed Augusto Burlon per la presentazione araldica. Spazio invece è stato dedicato – come puntualizza l’autore in presentazione – alle tipologie più interessanti ed in genere a quelle che appaiono di maggior pregio sotto il profilo artistico, o colpiscono per la loro originalità e il loro stile, di cui sono rimasti pochi esemplari, soprattutto con riferimento ai secoli XVII-XVIII”. Una opportuna puntualizzazione di Caputo: “Già nei secoli scorsi e fino alla prima metà del XX secolo, i cancelli sono costruiti con profili a volute o a lance in ferro piatto e quadro e fusioni in ghisa o piombo. Il loro assemblaggio avveniva con chiodatura e ribattitura con lavorazione manuale su verghe di ferro commerciali, le lance e le volute erano lavorate a forgia mentre le colonne portanti del cancello, aventi forma esagonale o rotonda, in fusione di ghisa”. Ed allora vediamo un’altra serie di questi cancelli made in Belluno: nella via Gregorio XVI di Mussoi, del XVIII secolo, in uno stato di conservazione non buono, c’è il cancello che sugli ottocenteschi pilastri della ormai dismessa entrata principale, ha l’incisione con la scritta “Villa Clizia”, edificio di proprietà dei Pagani-Cesa. Non molto lontano, nella via San Lorenzo, al civico 46, del XX secolo e in buono stato, ecco il cancello principale d’entrata, risalente agli anni ’30, della Villa Vescovile, realizzata tra il 1711 ed il 1713, opera del vescovo Francesco Bembo, poi proprietà Gerenzani (inizio secolo XIX), che, fra l’altro, fu occupata dalle soldatesche francesi e quindi da quelle austriache. Segue il cancello di accesso al parco della stessa Villa. Sempre via San Lorenzo, civico 102: cancello (in buono stato, del XX secolo) all’entrata di Villa Campana (secolo XVIII) costruito negli anni ’39 su disegno dello stesso proprietario. Siamo ora nella via Simon da Cusighe dove troviamo, in discreto stato, del XX secolo, il cancello carraio degli anni ’20 in uso ad alcuni fabbricati risalenti ai primi decenni del secolo scorso. Poco più in la, al civico 6, del XIX secolo, in non buono stato, il cancello nella ex entrata alla Villa Cicogna (secolo XIX) demolita per edificare l’esistente condominio negli anni ’70. Trasferendoci in zona Baldenich, nella via Barozzi c’è, del XVIII secolo, ciò che rimane dell’accesso alla Villa ex Doglioni; privo del cancello ma con evidente bel motivo sommitale; da un’entrata ai margini della proprietà si accedeva ad un sotterraneo che durante l’ultima guerra era adibito a rifugio antiaereo, sottostante il viale che conduce alla Villa. Nella via Luigi Corte si può vedere il cancello carraio, secolo XX, in buono stato, che originariamente era collocato nelle vicinanze, in uso ad un’abitazione risalente ai primi decenni del secolo. Un salto nella via Bolzano per osservare, al civico 239, il cancello (XVIII secolo, in buono stato) di accesso al giardino di una vecchia villa. Torniamo indietro ed arriviamo a Borgo Piave dove, nella via Monte Grappa 420 della località Bersaglio, c’è il cancello della villa già proprietà Quattrari-Polla (secolo XVIII), poi Obberhofer Giovanni Maria, quindi Domenico Balest e dal 1898 Olivier. Viene qui proposta una foto, risalente al 1905, che ritrae il proprietario Girolamo Olivier con i propri familiari proprio davanti al cancello che, viene precisato da Caputo, risale a fine Ottocento; sulla cima si notano le iniziali in stile gotico “OG” che stanno per Olivier Girolamo. Si crede che qui anticamente archibugieri e bombardieri venissero ad esercitarsi e da ciò deriverebbe il nome Bersaglio della località. Restiamo nel Borgo perché nella stessa via si può vedere il cancello (secolo XVIII in stato non buono) per accedere alle pertinenze della Villa Caminotti. Sempre a Borgo Piave, via M. Miari, al civico 24 c’è, del XIX secolo, in discreto stato, il cancello di modeste dimensioni “con riferimenti ottocenteschi e probabilmente adattato, facente parte di una vecchia abitazione risalente al primo periodo del Novecento, ex proprietà De Bertoldi Aldo, poi Catani”. Al civico 28 c’è pure, del XX secolo ed in discreto stato, il cancello di grandi dimensioni, del primo periodo del Novecento, per l’accesso ai fabbricati ex proprietà Bertoldi Aldo, poi Catani, risalenti al 1911 e 1913.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Cancelli in ferro a Belluno” di Vincenzo Caputo): Villa Clizia a Mussoi; cancello principale della Villa Vescovile nella via San Lorenzo 46; cancello d’accesso al parco della stessa Villa; la “Campana” di via San Lorenzo; via Simon da Cusighe; nella stessa via il cancello d’entrata della Villa Cicogna, demolita per edificare un condominio; Villa ex Doglioni nella via Barozzi; cancello carraio nella via Luigi Corte; cancello di una vecchia villa al civico 239 della via Bolzano; Borgo Piave: via Monte Grappa nella località Bersaglio il cancello della stessa villa con le iniziali di Olivier Girolamo; entrata alle pertinenze di Villa Caminotti; ex proprietà de Bertoldi Aldo poi Catani nella via Miari 24; il grande cancello di accesso ai fabbricati de Bertoldi-Catani, nella via Miari 28.