SEDICO Ore cinque del mattino, Candaten: appuntamento con il cervo. Uno di quegli appuntamenti che non metteresti mai in agenda, tanto meno lo ha fatto la giovane che si trovava a transitare – per andare al lavoro – lungo la regionale 203 agordina, in prossimità del famoso autovelox, nel territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Conseguenze: ragazza sotto shok, auto danneggiata, detriti da scontro per gran parte della carreggiata e animale morto. Un copione, un triste copione che si ripete sempre più spesso. Ma si apre un altro capitolo, quello della scarsa responsabilità in strada di alcuni automobilisti. Non per sentito dire, ma testimoniato da chi alle 5 era sul posto dell’incidente “Mi sono fermato ad aiutare la ragazza sotto shok – racconta Max- e mentre chi era in auto con me prestava assistenza, chiamavo i VIgili del Fuoco, segnalavo il disagio lungo la 203 tramite la chat Viabilità Provincia di Belluno e mi mettevo sulla strada con triangolo, giubbotto e torcia per segnalare l’animale ancora agonizzante, oltre ad una marea di pezzi di auto. Fortunatamente la ragazza non è rimasta ferita anche se la macchina è da buttare”. Fin qui il racconto del post impatto, alle 5 del mattino, al buio, lungo una strada non illuminata. Poi la riflessione sconcertante. “Ma è mai possibile – incalza Max – che su una strada a rischio l’automobilista non rallenti? Io in mezzo alla strada per segnalare il pericolo, 4 frecce, giubbetto, ma non è servito, i “fenomeni” invece che fermarsi hanno dato prova di conoscere la posizione del pedale per accelerare. Anche io ho perso un’ ora di lavoro ma non rimpiango niente. Ci vorrebbe un po’ più di responsabilità sulle strade, almeno rallentare davanti ai pericoli”
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