BELLUNO Decisamente pregevole il lavoro di ricerca grazie al quale l’appassionato bellunese Vincenzo Caputo ha realizzato, per l’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali diretto dal prof. don Sergio Sacco e stampato dalla tipografia Piave, il libro 300 pagine, con numerosissime immagini datate, “Capitelli e immagini sacre a Belluno”. Abbiamo già riferito di diverse realtà parrocchiali e in quest’occasione ci occupiamo di quella di San Pietro apostolo di Sargnano, attualmente guidata dal parroco don Andrea Costantini con vicario don Diego Puricelli. Prima tappa di Caputo a San Liberale, zona di Pedeserva, per illustrarci la Croce in ferro su di un piccolo obelisco in pietra, presumibilmente del XV-XVI secolo, discretamente conservata. L’autore scrive: “E’ un chiaro segno del cimitero una volta esistente attorno alla chiesetta, anticamente di San Daniele di Pedeserva. Sembra da documenti esistenti che l’edificio (se ne sono occupati, fra gli altri lo storico prof. don Ferdinando Tamis e don Gigetto De Bortoli, l’architetto Andrea Moro ed il prof. Flavio Vizzutti – ndr.) possa risalire al 1200; mentre dai reperti archeologici ritrovati in occasione di restauri, pare che il luogo risalga anteriormente al secolo X. Sulla facciata esposta a mezzogiorno, compaiono tracce di affreschi ormai indecifrabili. A Castion la tradizione dice che quando minacciava siccità o troppa pioggia si andava a pregare a San Daniele di Pedeserva”. Ed eccoci nella località Casere in Pian dei Fioc del Monte Serva per un altro Crocifisso: si tratta di una struttura in legno del 1988 in buono stato perché ben conservata. Viene precisato che era stato collocato sulla cima a nord di Belluno, “a protezione degli escursionisti”. Costruito nel dicembre 1988 da Venerio Bona, fu collocato il 19 febbraio 1989 esternamente ad una delle casere in località Pian dei Fiòc, ad opera di un gruppo di amici assidui frequentatori della montagna. Restiamo al Serva perché sulla cima del monte, a cielo aperto, fu innalzata una Croce del 1954, ben conservata. Così Caputo: “Negli anni Trenta, in occasione della sistemazione della malga ivi esistente in localitò Pian dei Fiòc (1743 metri) la popolazione dell’Oltrardo pose sulla cima del Serva (2133 metri) una croce in legno con targa metallica. La Croce fu poi abbattuta durante l’occupazione tedesca del 1943-45. Nel dopoguerra ne furono collocate altre, via via sostituite, fino all’ultima collocazione avvenuta nel 1954. Alla base è incisa questa scritta: ‘Don A. Zanella parroco ricordo della missione mariana Sargnano 17 al 29 marzo 1954 centenario della definizione del dogma dell’Immacolata concezione Maria Santisima ed a perenne memoria dei caduti di tutte le guerre”. Proseguendo, tocca alla “Madonna con Gesù Bambino, San Francesco e, forse, San Domenico, nella via Tiziano Vecellio, alla Veneggia. In una nicchia in muratura e portico del XVI-XVII secolo si può notare l’affresco che decisamente non è in buono stato e risulta molto deteriorato. Conclusione del “viaggio” con l’affresco nella stessa via, della Beata Vergine del Carmine con Gesù bambino e Angeli, databile, con riserva, XVI-XVII secolo, discretamente conservato. Si trova – ricorda opportunamente Caputo – sulla parete di una stanza di una casa di abitazione, nei pressi dell’antichissima strada che da Nogarè una volta conduceva San Pietro in Campo ed a Ponte nelle Alpi, dove sorge un fabbricato di proprietà della famiglia D’Incà. Dalla struttura e da alcuni reperti individuabili nell’acquasantiera in marmo, negli affreschi murali dell’edicola sotto il portico con tracce di altri antichissimi affreschi e di altro dipinto, situato nella stanza più alta della torre dove si trova la Beata Vergine del Carmine con Gesù ed Angeli, si può pensare che l’edificio un tempo fosse un ospizio. Ma: “Nulla si è trovato negli archivi storici e religiosi per convalidare tale ipotesi, ma da ricordi frammentari tramandati da alcune persone sembra che una volta effettivamente in questo luogo vi fosse una comunità religiosa,dedicata alla carità cristiana (erano presumibilmente dei Carmelitani Scalzi). Non si riesce a capire come mai manchi tale documentazione, pertanto stabilire a quando possa risalire la costruzione di questo complesso, recentemente in parte ristrutturato, è alquanto difficile. Si ha notizia che il terremoto del 1936 abbatté il camino esistente, nel quale era incisa la data 1632; tutto però fa pensare che la costruzione sia assai più antica”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Capitelli e immagini sacre a Belluno): la copertina del libro di Caputo; la Croce di San Liberale; quella di Pian dei Fiòc; l’altra, in cima al Serva; l’affresco nella via Tiziano Vecellio, alla Veneggia, con la “Madonna con Gesù Bambino e i santi Francesco e Domenico” e quello, nella stessa località, con la “Beata Vergine del Carmine con Gesù bambino e Angeli”.