di RENATO BONA
Concludiamo il nostro “viaggio” fra particolari realtà della Chiesa bellunese, propiziato dal libro “Capitelli e immagini sacre a Belluno” opera del ricercatore Vincenzo Caputo, edito dal benemerito Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali presieduto dal prof. don Sergio Sacco, e stampato nel settembre 1989 dalla tipografia Piave. La tappa finale è riservata alla Parrocchia di Visome (fu fondata nel 1950 ed è intestata alla Madonna di Caravaggio. L’attuale chiesa parrocchiale fu costruita a partire dal 1828. Nel territorio parrocchiale sono parecchie le chiesette di interesse religioso ed artistico: San Benedetto a Cor, San Carlo a Rivamaor, San Martino a Castoi, San Giuseppe a Piai, quella molto suggestiva di San Pellegrino presso villa Buzzati, Santa Lucia a Cet. A Tassei sono almeno tre e cioè, rispettivamente, quelle di San Gottardo e San Michele, di Santa Libera, di San Giuseppe Lavoratore, eretta alla fine degli anni ’50 e già sede parrocchiale. Alle Ronce infine c’è quella dell’Immacolata Concezione). Nella via Visome troviamo la “Madonna delle Lagrime” in una nicchia di pietra bianca del Cansiglio; la statua, del 1959, è in buono stato di conservazione, opera dello scultore Gino Casanova. Caputo precisa che “posta sul terrazzo della casa di Giovanni Pavei, è stata voluta a protezione delle persone che attraversavano la strada, dopo che alcune avevano perso la vita investite da automobili. Fu benedetta dal vescovo Gioacchino Muccin. Nella località Rivamaor vi è un tabernacolo in legno all’interno di una nicchia in cemento, del 1900, con soggetto oleografico intitolato Madonna del Rosario, posto dalla famiglia Bortot per devozione e a protezione dell’abitazione e dei paesani. “Madonna con Gesù Bambino” è invece il titolo di un capitello in pietra del XIX secolo, in discreto stato, eretto lungo la via Monte Grappa, ai margini della proprietà della famiglia Buzzatti e comunque già esistente agli inizi del secolo. Il quadro in maiolica, copia di Luca Della Robbia, fu collocato nel 1923 ad iniziativa di Alba Mantovani moglie di Giulio Cesare Buzzatti, dopo la Grande guerra, periodo nel quale sia il capitello che il muro che perimetra la proprietà venivano restaurati. E siamo nella via Pian del Monte a Tassei; qui vi è la chiesa di “San Giuseppe Artigiano” ed esternamente all’edificio sacro si può vedere una statua alta due metri, discretamente conservata in una struttura di cemento del 1958, collocata al posto delle campane; è opera di Gino Casanova che ha realizzato San Michele che, impugnando con la destra una lancia, schiaccia il demone e con la mano sinistra regge la bilancia della giustizia divina. Una lapide sotto la statua porta la scritta in latino: “San Michele difendici”. Sempre a Tassei in una nicchia in mattoni e cemento, del 1976, si dovrebbe vedere un quadro, della Beata Vergine ma l’immagine risulta completamente deteriorata. La nicchia fu ricavata dopo il crollo del precedente capitello dove le persone del luogo si riunivano a pregare, da Ferdinando Dal Farra, nel muraglione di sostegno della strada soprastante, che prosegue per le Ronce. Arriviamo nella località Sambuga dove sorge il capitello in muratura, del XVIII-XIX secolo, non in buono stato. Una statua in legno all’interno del tabernacolo, pure ligneo e non ben conservato, propone l’immagine di Santa Libera ed altri tre soggetti: un Crocifisso in metallo su croce in legno, un quadro con immagine della Santa, una statua in gesso della Madonna con Bambino e il dipinto “Cuore addolorato di Maria”, il tutto discretamente conservato. Si pensa che inizialmente fosse un semplice altarino, poi coperto e dedicato, in seguito ricostruito ed ampliato, era la fine del 1800, a cura di Luigi De Barba, poi restaurato nel 1960. L’autore del libro ricorda che: “Un tempo era usanza che la donna incinta o che fosse prossima al parto, si recasse a pregare in questo luogo per far sì che al momento del parto tutto andasse per il meglio, sia per il nascituro che per la partoriente. Inoltre, la puerpera non poteva uscire di casa per circa un mese dopo di che nel recarsi in chiesa, alla prima persona che avesse incontrato lungo il tragitto avrebbe dovuto donare un panino. Sulla soglia della chiesa, con una candela in mano, era attesa da un sacerdote che gliela accendeva per incamminarsi quindi insieme verso l’altare mentre la donna sosteneva la stola del prete. Arrivati nella località Medil ci si imbatte in un capitello in pietra intitolato “Anime purganti”, del 1740, in stato di abbandono. Al suo interno un quadro con la Madonna di Lourdes, collocato nel 1970, in discrete condizioni. Il capitello fu costruito da Domenico Reolon in onore delle “Anime purganti”; il quadretto sostituisce un antichissimo Crocifisso in legno. Il luogo era meta dei fedeli che processionalmente partendo dalla chiesa di Tassei il venerdì santo, andavano a pregare; tradizione caduta a partire dal 1960. Avviandoci alla conclusione ricordiamo nella località Ciroc l’altarino in legno di fine XIX secolo, in discreto stato, dedicato a Sant’Antonio da Padova con Gesù Bambino, con statuetta in resina, del 1968 sostituendo quella in legno di ginepro, dello stesso Santo, che era stata posta fin dal secolo scorso da Lalo Reolon e venne quindi rubata da ignoti nel 1965. Via Pian del Monte: qui vi è un altarino in legno dedicato a Sant’Antonio da Padova con Gesù Bambino posto da Lindo Reolon per testimoniare la fede degli abitanti del luogo. Ci sono anche, sotto il titolo Beata Vergine, un bassorilievo e una Croce in cemento, del 1960, ben conservati, esternamente alla cappellina ora non più in funzione. L’immagine della Madonna con Gesù Bambino è sicuramente opera di Gino Casanova e risale al 1960 come evidenzia una incisione a lato dell’immagine.
NELLE FOTO: riproduzioni dal libro in particolare dal capitolo che Vincenzo Caputo ha dedicato a capitelli e immagini sacre di Visome di Belluno.