BELLUNO 37 zone carenti, 13 mila anziani a rischio “assistenza”. La penuria di medici di base nel territorio bellunese può trasformarsi in un vero e proprio incubo per i tanti cittadini, soprattutto ultra65enni, che vedono in questi professionisti un punto di riferimento imprescindibile sul fronte della salute. A lanciare l’allarme ci pensa il sindacato dei pensionati (Spi) della Cgil che ha monitorato il contesto veneto rilevando una situazione drammatica, figlia dell’infelice programmazione da parte di Palazzo Balbi risalente al periodo pre-covid. D’altronde, come sottolinea lo stesso sindacato, le zone carenti nell’Ulss 1 sono cresciute del 76% dal 2019 a oggi, pur avendo recuperato a giugno 2022 cinque aree “scoperte”. “Siamo molto preoccupati soprattutto per i nostri anziani – conferma Maria Rita Gentilin, segretaria generale dello Spi-Cgil di Belluno – anche se nel Veneto altre province, come Verona, contano una carenza di medici di base ancora più marcata, non si può negare che il nostro territorio risenta molto più degli altri di questo disservizio, visto che ci sono comuni con un numero di abitanti limitato, che quando perdono anche un solo medico restano del tutto scoperti e ci sono zone difficilmente raggiungibili in particolare per le persone anziane che fanno dunque difficoltà a spostarsi per trovare un nuovo medico di famiglia”. Secondo il report del sindacato, sono 37 (ultimo aggiornamento della Regione) le zone del Bellunese carenti di medici di base, 16 in più del periodo pre-Covid. E così, prendendo in esame i Comuni più scoperti, emerge che per circa 13 mila anziani esista il rischio reale di non sapere più a chi rivolgersi. La situazione, come detto, si è aggravata negli ultimi tempi visto che nel 2019 le aree scoperte erano “solo” 21. In pratica – prime delle ultime assegnazioni di giugno – le zone carenti erano più del doppio rispetto al periodo pre-pandemia. D’altra parte, il numero di professionisti in servizio nel Bellunese è calato di anno in anno, passando dai 133 del 2019 al 119 del 2022. Un numero – dicono ancora dallo Spi – che non garantisce una assistenza adeguata ai circa 180 mila assistiti residenti in provincia i quali avrebbero bisogno di una ventina di medici in più. Per ora, visto che nel Veneto nei prossimi sette anni usciranno dal servizio, soprattutto a causa dei pensionamenti, 1.878 medici e ne entreranno, da programma, solo 595. In tale contesto, risulta preoccupante anche la penuria di pediatri. Nel territorio se ne contano 19 ma per seguire il bacino di circa 20.750 bambini ne servirebbero 26, sette in più.
LE ZONE CARENTI DI MEDICI NEL BELLUNESE (2 Pagine)
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