Non ci fermiamo, ma serve il supporto di tutti
BELLUNO Il Comitato Organizzativo di Belluno Alza la Voce a fine aprile aveva inviato un documento ai tre candidati a sindaco per la città di Belluno. Oggi mettono in evidenza la soddisfazione per essere riusciti – almeno per ora – ad ottenere attenzione sull’argomento, ovvero la cultura che probabilmente anche al gruppo dei giovani bellunesi è entrata di diritto nei temi della campagna elettorale di tutti e tre i candidati. “Come abbiamo sottolineato nel nostro appello – dicono i portavoce del comitato – non vogliamo che la cultura venga utilizzata come mero oggetto propagandistico per raccogliere qualche voto in più e poi abbandonata in un angolo. La risposta dei candidati non si è fatta attendere, se non per poco più di qualche ora, e questo ci fa piacere. È ovvio che noi non ci accontentiamo. Oltre alle risposte pubbliche, abbiamo ricevuto anche risposte private sia da parte dei candidati che da parte di liste e persone legate agli stessi. Abbiamo quindi deciso di incontrare personalmente Lucia Olivotto Sindaco, Oscar De Pellegrin Sindaco e Giuseppe Vignato Sindaco per ascoltare e farci ascoltare”. Questa è la settimana dedicata all’ascolto dove i giovani ribadiscono di non voler elevarsi a portatori del verbo e come hanno già fatto continueranno a sentire le opinioni di artisti, operatori e fruitori del settore del territorio per portare idee, scambiare opinioni e pareri.
ARCHIVIO RADIOPIU, ARTICOLO PRECEDENTE PUBBLICATO IL 28 APRILE
CARI CANDIDATI A SINDACI CHE L’ASCOLTO SIA ESERCIZIO QUOTIDIANO NON SOLO ELETTORALE
Andrea Albano, Alessandro Casol, Davide De Faveri, Paolo Fornasier e Giampaolo Rossi firmano la lettera pubblica inviata ai candidati a sindaci per Belluno, lo fanno a nome del Comitato organizzativo
LETTERA PUBBLICA DI SENSIBILIZZAZIONE PER LA PROPOSTA CULTURALE BELLUNESE:
Cari candidati sindaci,
siamo ad una nuova chiamata elettorale, in uno dei momenti più critici della storia recente. Dopo due anni di pandemia, che ha cambiato la vita di tutti noi, ci sono ora scenari geopolitici che rendono la vita di ciascuno, chi più e chi meno, colma di preoccupazioni e incertezze. La campagna elettorale è decisamente partita e temiamo che, come sempre, la cultura venga sventolata e usata come strumento meramente propagandistico. Vogliamo fare un appello: che la cultura resti al centro del proprio percorso amministrativo. Tre anni e mezzo fà la nostra provincia è stata colpita da un evento su cui non era possibile avere alcun tipo di controllo. Ci siamo rialzati, con l’aiuto di molti. Da parte nostra, giovani artisti della provincia, abbiamo usato la nostra forza comunicativa per sensibilizzare la popolazione non solo sull’impatto ambientale, ma anche su quello emotivo che consegue ad una tragedia. Il risultato è stato straordinario. Qualcosa che, sinceramente, non ci saremmo mai aspettati. Trovare le persone che, a distanza di tre anni, ancora oggi si ricordano e ci cantano “Alziamo La Voce” come fosse un inno alla ripartenza e alla forza di volontà. Non diciamo queste cose per autoreferenzialità o per crogiolarci nei nostri risultati. Lo diciamo e lo raccontiamo per sensibilizzare, ancora una volta, quanto la cultura e l’arte sia materia INDISPENSABILE per la crescita di una società giusta e sana. Quando sentiamo che per far rivivere il centro storico è necessario fare nuovi parcheggi o aprire nuovi negozi, francamente ci vengono i brividi. Non che questi siano temi non importanti o ininfluenti. Diciamo solo che alla luce della situazione generale pensare solo a parcheggi e negozi risulti quantomeno miope. Il peso della cultura, in particolare di spazi culturali attivi nel centro storico, dovrebbe essere tra i principali punti da cui ripartire. La cultura è manifestazione della scelta cosciente di noi esseri umani, è l’espressione totale della bellezza: come diceva Peppino Impastato “educare la gente alla bellezza, significa fornire loro un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”.Molti sono gli spazi abbandonati nel centro storico (l’artista Freak of Nature ce li ha segnati tutti con bambù stilizzati). Forse è ora di pensare a nuovi spazi artistici. Nuovi luoghi di creatività. Ambienti dedicati alla ricerca di esperienze artistiche volte a stimolare i giovani, a renderli curiosi e a fargli scoprire delle passioni. Avere uno spazio dove gli artisti possano esibirsi, esporre, organizzare conferenze e workshop con regolarità e dove sia incentivata una collaborazione con le istituzioni scolastiche. Un posto dove le insegnanti porterebbero volentieri le classi, perché è sin dalle scuole elementari che si deve costruire una abitudine alla cultura. In questo ci viene in aiuto una grande mente italiana, Gianni Rodari che sosteneva quanto l’educazione alla creatività fosse fondamentale per le nuove generazioni, “non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.” Nell’ultimo anno abbiamo assistito a situazioni di degrado sociale. Risse, aggressioni, vandalismi. La risposta delle autorità è stata subito il pugno duro, la certezza delle pene e l’aumento delle forze dell’ordine e controllo. Possibile che NESSUNO si sia fermato a pensare le cause di tutto questo? Non è giustificare, ma rendersi conto che il contesto in cui un ragazzo cresce lo plasma in tutto. E se i ragazzi non hanno luoghi in cui scoprire cose, purtroppo finiscono con lo sfogarsi su altro. Le sanzioni sono importanti, ma vi chiediamo: è socialmente più utile che un ragazzo non faccia una rissa per paura di una punizione o perché pensi che non sia giusto farla? Non è forse la coscienza critica quella su cui è necessario lavorare? La cultura serve anche a questo. A sviluppare una conoscenza più profonda di sé e degli altri; a liberare l’empatia che è innata nell’essere umano; a sviluppare le capacità di andare al cuore delle cose, e non fermarsi alla superficie. Siamo sognatori? Illusi? Forse. Ma ci sono situazioni, nelle zone più disagiate del nostro paese e nel mondo, che con attività sociali hanno ridato nuova dignità a luoghi che erano piazze di disagio e tolto ragazzi dalla strada, dalla criminalità, riportati agli studi e alle passioni e ad una vita più degna d’essere vissuta. L’appello che vi facciamo è quello di non chiudere MAI gli occhi alla cultura. All’importanza SOCIALE che i luoghi di aggregazione culturale hanno. Alla necessità che Belluno diventi un riferimento per la cultura. Ci vuole una spinta, una ripartenza. Quel poco che c’è, rafforzarlo e dargli più risorse ed energie, e creare nuovi spazi e nuove realtà. Ma in centro storico, non fuori. Nella speranza che l’ascolto sia esercizio quotidiano e non meramente elettorale.