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di mirko mezzacasa
Il caro-metano sta colpendo duramente le imprese e le famiglie nelle aree montane, aggravando una situazione economica già difficile. L’aumento del prezzo del gas, salito a 50 euro per MWh, penalizza in particolare le aziende energivore, ma le famiglie che vivono in zone fredde sono quelle che subiranno maggiormente questa stangata.
«Il problema – sottolinea Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto – riguarda soprattutto la zona pedemontana, alpina e il Bellunese. Qui, il reddito medio è tra i più bassi della regione, ma l’Irpef media pagata è la seconda più alta».
Toigo richiama l’attenzione del governo e delle società di distribuzione, chiedendo misure urgenti per ridurre il peso economico sulle famiglie, già provate dall’inflazione e da un potere d’acquisto in calo. «Vivere in montagna è sempre più difficile, e la crisi energetica rischia di accelerare lo spopolamento di queste aree. Un intervento solidale sarebbe la migliore dimostrazione di un Paese che combatte le disuguaglianze».
La questione energetica si intreccia inevitabilmente con il tema dell’autonomia, che Toigo invita a considerare come uno strumento per affrontare le specificità dei territori, piuttosto che un motivo di divisione. Misure mirate per chi vive in montagna rappresenterebbero un passo avanti per un’Italia più equa e solidale.