Riceviamo e pubblichiamo l’ennesima importante lettera inviata al vescovo di Belluno e Feltre Mons. Renato Marangoni a firma di Francesco Gorizi.
Non voglio credere che la Chiesa non dimostri la resilienza che ha dimostrato per migliaia d’anni.
BELLUNO Eccellenza ho saputo che l’Istituto Sperti chiuderà a giugno. Mi sono trasferito con la mia famiglia a Belluno, per lavoro, alcuni anni fa dalla Toscana. Nell’incertezza dei primi momenti, in una realtà accogliente, ma sconosciuta, per me e mia moglie, ma soprattutto per nostra figlia, l’Istituto Sperti, le suore e le educatrici hanno rappresentato un punto di riferimento solido, sicuro, affidabile. Nostra figlia è cresciuta negli anni della scuola primaria con lo Sperti, fra persone che hanno saputo supportare lei e noi genitori, anche in un momento complicato come quello della pandemia, aiutandoci ogni volta a ripartire con amore, professionalità, estrema disponibilità. L’Istituto Sperti ha per noi rappresentato e rappresenta un punto di riferimento importante, dove chi, come me, ha frequentato la scuola dell’infanzia e primaria presso un istituto religioso ed ha assiduamente partecipato alle attività della Parrocchia del Duomo di Sansepolcro, ha ritrovato la solidità dei valori cattolici, che purtroppo, nella quotidianità di perdono ormai troppo spesso. L’Istituto Sperti non è solo un doposcuola o un convitto, è anche co-protagonista insieme alle Famiglie della formazione e crescita dei giovani, secondo principi che la nostra società deve riscoprire. L’Istituto Sperti è la Chiesa nel territorio, in mezzo alla gente. Non voglio credere a ciò che sento e cioè che l’Istituto Sperti chiuda in un momento così critico, soprattutto per i ragazzi, spesso disorientati e confusi. Non voglio credere che la Chiesa non dimostri la resilienza che ha dimostrato per migliaia d’anni. Non voglio credere che la logica del “conto economico” sia il parametro di riferimento principale, come un’azienda qualsiasi. Questa decisione toglierebbe molto ai nostri figli e a questo territorio. Non voglio credere a ciò che sento, sarebbe una profonda delusione. Mi rivolgo a Lei e alle istituzioni religiose, affinché la decisione venga rivalutata nell’interesse dei bambini e della comunità bellunese. Era già previsto che a giugno, conclusa la scuola primaria, nostra figlia non frequentasse più lo Sperti, non è per interesse personale, quindi, che le scrivo. Mi sono permesso di farlo dopo aver firmato la petizione contro la chiusura dell’Istituto per ricordare che dietro quei nomi, ci sono storie, famiglie e persone profondamente grate a quanto la Chiesa ha fatto finora per loro. Confido in un suo intervento risolutivo.
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