Questo il documento integrale a margine del recente consiglio dell’Unione Montana Agordina
Da molto tempo, ben prima del periodo segnato dal covid, l’Unione Montana Agordina ha tentato di avviare con l’Associazione Casa di Soggiorno di Taibon Agordino un dialogo volto a definire, in tempi congrui, nuove modalità di gestione del servizio agli anziani, per non farsi trovare impreparati al sopraggiungere della nota scadenza del contratto di locazione dell’immobile; ciò che si voleva evitare, infatti, era di arrivare a ridosso del predetto termine senza aver delineato, con certezza, il futuro del servizio, a tutela sia degli ospiti sia del personale dipendente. Prima dell’intervento dei consulenti di parte nella mediazione, in ripetute occasioni il Vicepresidente UMA, Leandro Grones, ha incontrato il CDA della Onlus per cercare di far convergere idee, necessità ed obiettivi di tutti; in particolare, alla fine del 2022, un contingente in rappresentanza di tutto il personale della struttura ha richiesto, con determinazione mista a disperazione, l’intervento dei Sindaci, lamentando una non più tollerabile assenza di direzione ed un’insufficienza di personale infermieristico. Contestualmente apprendevamo che negli ultimi tre anni i consuntivi avevano registrato disavanzi di circa 200.000,00 euro all’anno. Lo scorso 13 giugno è scaduto anche l’accordo ponte che ha consentito all’associazione di occupare l’immobile di proprietà dell’UMA per un ulteriore anno dopo la scadenza del ventennale contratto di locazione. Come si evince dalle premesse contenute nel deliberato della proposta di approvazione della bozza di accordo per il trasferimento della gestione ad ASCA entro l’anno 2023, infatti, la trattativa si è rivelata difficile, abbiamo ravvisato una grossa preoccupazione in capo al CDA della Onlus relativamente all’ingente patrimonio accumulato dalla stessa e all’impossibilità, a loro dire, di dedicare queste risorse ad altre attività volte alla cura degli anziani in Agordino. Un mese fa eravamo addivenuti ad una bozza di accordo di ampio respiro che ci stavamo accingendo a deliberare sia in Consiglio UMA sia in Assemblea di Asca, ma richieste d’integrazione da parte della Onlus sopraggiunte nella stessa giornata di convocazione del Consiglio Uma hanno portato al ritiro dell’ordine del giorno in entrambi i consessi. Dall’ analisi delle proposte di integrazione è scaturita la necessità di approfondire le richieste rivolteci, in particolare quale fosse la consistenza economica delle loro aspettative; e su questo ancora il nodo non si è sciolto, giacché Asca ed Unione si sono dichiarati disponibili a trasferire soltanto il valore dei beni strumentali all’attività e null’altro. La Onlus sembrerebbe determinata ad ottenere anche un avviamento aziendale che a nostro avviso, sia sul piano tecnico che su quello politico, va escluso.
C’è da dire che, nonostante da mesi, anche per il tramite dei nostri consulenti, chiediamo di poter visionare i bilanci contabili delle ultime tre annualità, questi sono pervenuti soltanto in data odierna, a poche ore dal Consiglio UMA, e tale comportamento, oltre a non favorire il dialogo, di fatto ha rallentato ed ostacolato il processo di trasferimento della gestione perché è ovvio che l’analisi del bilancio è un punto di partenza imprescindibile. Dunque, attualmente, due sono gli aspetti da tenere in stretta considerazione: • Il primo, che l’Associazione svolge il servizio presso la struttura dell’UMA senza avere in disponibilità l’immobile, con tutti gli effetti del caso; • Il secondo che, come già sottolineato in numerose circostanze, si rende sempre più necessario sviluppare ulteriormente una logica di sistema già intrapresa (convenzioni fra ASCA/Agordo Servizi/Fodom Servizi), mettendo insieme le risorse disponibili, a partire dalla ricerca delle risorse umane, condividere servizi amministrativi, alberghieri, manutentivi, specialistici, anche
con altre realtà del territorio e, laddove necessario, prefigurare azioni mirate alla creazione di un unico centro gestionale, nonché conservare l’offerta di posti letto per la non autosufficienza. Per queste ragioni i Sindaci, sia in qualità di consiglieri dell’Unione Montana sia in qualità di soci di Asca, hanno valutato di rafforzare il precedente accordo andando a specificare alcuni aspetti che altrimenti avrebbero potuto dare adito a fraintendimenti ed esposto ASCA a condizioni di incertezza in futuro; in particolare, sono state definite puntualmente delle azioni che già nel primo mese dell’accordo dovranno essere realizzate per impostare correttamente il trasferimento della gestione al 31/12/23.
Uma e Asca approveranno l’accordo a tre entro la fine della settimana in corso e si renderanno disponibili a sottoscriverlo soltanto dopo aver visionato ed opportunamente approfondito i bilanci richiesti all’Associazione. Non si nasconde la nostra amarezza perché il servizio svolto presso la Casa di Soggiorno di Taibon Ag. nasce negli anni ’70 in seno a quella che fu la nostra Comunità Montana Agordina, oggi Unione, confluendo poi nell’Associazione Onlus, si immagina per garantire una fiscalità agevolata e non si capisce come mai vi sia così tanta resistenza, oggi, a far ritornare la gestione del servizio lì dove esso è nato, in capo a tutti i comuni agordini per il tramite della loro Azienda Speciale Consortile Agordina
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