***
Il caso del rapimento di Sergio Calonego, tecnico bellunese sequestrato in Libia nel 2016, resta aperto. Domani a Roma, il giudice per le indagini preliminari deciderà se archiviare la posizione di Khalid Abd Rabh o proseguire le indagini. Gli avvocati Giorgio Azzalini e Jenny Fioraso si oppongono all’archiviazione, sottolineando i movimenti finanziari sospetti dell’indagato, che potrebbero includere il riscatto per la liberazione di Calonego e altri ostaggi. La Procura contesta la mancanza di prove certe e sottolinea che le somme non sono direttamente collegate al crimine. Gli avvocati chiedono ulteriori approfondimenti su traffici illeciti, rapporti bancari e connessioni terroristiche per chiarire ogni dubbio.
ARCHIVIO RADIOPIU NOVEMBRE 2016
LIBERATI I TECNICI ITALIANI RAPITI IN LIBIA
Danilo Calonego e Bruno Cacace, i due tecnici italiani rapiti in Libia, sono stati liberati. La notizia, riportata da alcuni media libici, e’ stata confermata all’Ansa, da autorevoli fonti italiane. Con loro liberato anche il cittadino canadese Frank Boccia, rapito nella stessa circostanza. Bruno Cacace, 56 anni, residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo), che vive in Libia da 15 anni, e Danilo Calonego, 66 anni, della provincia di Belluno, erano stati rapiti tra le 7 e le 8 del mattino del 19 settembre scorso a Ghat, nel sud della Libia al confine con l’Algeria, da sconosciuti armati e mascherati. Calonego, Cacace e Boccia sono tutti tecnici della Con.I.Cos., e al momento del rapimento
lavoravano all’aeroporto di Ghat.