VENEZIA “Nel 1956, quando accadde la tragedia della miniera di Bois de Cazier a Marcinelle, i minatori in Belgio erano manodopera inviata in cambio di quintali di carbone per l’Italia. Uomini barattati con materie prime sulla base di precisi accordi. Quel giorno, l’8 agosto, il Veneto pagò quello scambio con cinque caduti. Li ricordiamo anche oggi con affetto e riconoscenza perché sono il simbolo di un Veneto che, contrariamente a quello che qualcuno vuole far credere, ha conosciuto la povertà e il sacrificio e non è insensibile alle difficoltà altrui”. Nell’anniversario della tragedia mineraria di Bois du Cazier a Marcinelle, divenuto giornata dedicata al lavoro italiano nel mondo, il Presidente della Regione del Veneto ricorda i corregionali che, insieme ad altri 136 italiani, persero la vita: Giuseppe Corso da Montorio Veronese, Dino Dalla Vecchia da Sedico, Giuseppe Polese da Cimadolmo, Mario Piccin da Codognè, Guerrino Casanova da Montebelluna. “Marcinelle è un simbolo che ci impone di tenere viva la memoria su questa tragedia – aggiunge il Presidente -. Un monito a non dimenticare tutta la storia della nostra emigrazione, ma anche un monito per i nostri giorni, nei quali tanti, troppi lavoratori, perdono ancora la vita per guadagnarsi da vivere. Onorare i caduti di Marcinelle vuol dire anche impegnarsi per garantire sempre maggior sicurezza nei luoghi di lavoro, affinchè nessuno debba più rischiare la vita nell’assicurare una vita dignitosa alla sua famiglia”.
(FOTO: Wikipedia)
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