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BELLUNO In una Chiesa gremita di Autorità e cittadini, i Carabinieri di Belluno hanno celebrato ieri sera nel Duomo di Belluno la loro Patrona, la Virgo Fidelis. Officiata da Monsignor Attilio Zanderigo Jona, presenti tutti gli Ufficiali e i Comandanti di Stazione della provincia, la celebrazione ha riunito la grande famiglia dell’Arma intorno all’altare maggiore, ove è stata collocata l’immagine della Patrona, circondata da Carabinieri in Grande Uniforme, con i tradizionali cappelloni coi pennacchi rossi e blu. I labari delle Sezioni provinciali dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle consorelle Associazioni Combattentistiche e d’Arma erano presenti così come le socie Benemerite. La celebrazione è stata caratterizzata quest’anno da due sorprese. A suonare il magnifico organo della Cattedrale è stato proprio un Carabiniere, Gabriele Mastrogiovanni, in servizio alla Stazione di Lamon ma che è stato, in passato, allievo del conservatorio “Giuseppe Tartini” di Triste dove si è diplomato con lode in pianoforte. Ma una ulteriore sorpresa ha risuonato nella Chiesa: l’Inno alla Virgo Fidelis è stato cantato dal grande Maestro Giorgio Fornasier, premio San Martino 2023. Il Comandante Provinciale dell’Arma ci ha tenuto particolarmente a ringraziare il Maestro per il grande onore riservato all’Arma nell’accompagnare la celebrazione per la Patrona. E nel corso del suo intervento il Colonnello Pigozzo ha sottolineato l’importanza della celebrazione. “La complessità del mondo di oggi, in un’epoca in cui gli echi lontani delle guerre si uniscono a quelle forme di violenza che ogni giorno osserviamo molto vicino a noi, ci impongono la necessità di ricordarci, in ogni momento, che la saldezza dei nostri Valori e la determinazione con cui li rendiamo concreti nel servizio di ogni giorno, sono esattamente lo strumento con cui realizziamo la nostra missione” ha detto, aggiungendo “viviamo in una dimensione globale, in cui a ciascuno di noi è chiesto di fare solo proprio dovere, con piccoli gesti quotidiani che non sono magari destinati a entrare nella storia, ma che certo possono cambiare la vita di quella persona a cui tendiamo una mano. Forse è proprio questo il messaggio che oggi raccogliamo dalla figura della Virgo: non cedere alla tentazione di arrendersi al Male che vediamo intorno a noi, ma combattere sempre, senza mai perdere la speranza e la voglia di cambiare le cose”. Ha poi rievocato il sacrificio dei Carabinieri di Culqualber, di cui quest’anno ricorre l’82° anniversario di una battaglia che ha consegnato alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri una Medaglia d’Oro, per l’eroica resistenza offerta da quegli uomini nel 1941, in Africa Orientale. Una ricostruzione molto sentita, che si è conclusa con un invito proprio ai Carabinieri presenti in Chiesa “vi sono stati ricordati i fatti d’arme di Culqualber, perché quegli uomini siamo noi. Perché la saldezza degli eroi di Culqualber deve essere la saldezza di tutti i Carabinieri, di ogni ordine e grado, che mai si arrestano, mai arretrano dinanzi alle intemperie della vita, dinanzi alle avversità, perché la nostra missione è più importante di ciascuno di noi. Perché le genti che noi serviamo meritano il nostro piccolo o grande sacrificio di ogni giorno. Lo merita l’Italia, lo merita la Repubblica. E con la protezione della Virgo Fidelis, il giuramento a questa missione noi lo rinnoviamo ogni giorno, quando in auto pattugliamo le strade, a piedi vigiliamo le nostre comunità, al telefono delle emergenze diamo consigli o conforto, nelle nostre Stazioni accogliamo una vittima. Con la fermezza, l’umiltà e la serenità di chi sa, nel suo intimo, che sta facendo solo il proprio dovere”. Al termine della celebrazione c’è stato un piccolo fuoriprogramma, o meglio un’altra sorpresa, proprio per Monsignor Attilio Zanderigo Jona. Il Comandante Provinciale, esprimendo il desiderio dei Carabinieri della provincia, insieme al Presidente della Sezione di Belluno dell’Associazione Nazionale Carabinieri, ha consegnato a don Attilio, evidentemente sorpreso quanto emozionato, tessera e insegne dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri. “Perché don Attilio ha un cuore grande e ogni mattina si alza col solo pensiero di aiutare il prossimo, dimostrando sempre una straordinaria vicinanza a chi ha bisogno, compresi noi Carabinieri”. E tra gli applausi di tutti i presenti ha concluso dicendo “benvenuto in famiglia don Attilio”. Dopo la cerimonia tutti i presenti sono stati invitati a un piccolo momento conviviale, grazie alla disponibilità proprio dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
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