“Tra gli atti dell’archivio vescovile troviamo, in data 10 aprile 1632, una domanda di Antonio Viecel, Zuanne Viecel e Battista Marsango da Mean a nome anche di Zussan e Calibac di avere tutte le feste e domeniche la S. Messa nella Chiesa di S. Felice de Mean, eleggendo per sacerdote Jeronimo Tibola della villa di Bribano ‘ad insegnar le litanie della B. Vergine dove che sono gran utile per le anime’”. Quanto precede si può leggere nel libro “Santa Giustina di Feltre. Notizie storiche” delle quali è autore monsignor Ernesto Minella nella pregevole opera data alle stampa nel settembre 1995 dalle Grafiche Antiga di Cornuda ad iniziativa dell’Amministrazione comunale di Santa Giustina. Aggiungeva, il monsignore: “Presentandosi al vescovo adducono la strada longa, il caldo del sole e i vecchi che stentano ad andare alla pieve. Il vescovo Mons. Paolo Savio accoglie l’istanza con la condizione che il sacerdote eletto avesse a riconoscere come superiore il Pievano di S. Giustina. Meano ha così il primo sacerdote”. E di seguito precisava: “La chiesa ricostruita nel 1662 è dedicata alla B.V. della Pace e a S. Felice. E’ stata consacrata da S.E. Mons. Cattarossi nel maggio 1919. Ha tre altari in legno, di stile barocco; il maggiore di buon effetto con una pala buona di ignoto autore”. Accanto a queste notizie, ecco quelle, molto sintetiche, del sito della Provincia di Belluno: “La chiesa di Meano è dedicata a Santa Maria Regina Pacis e risale al 1662 quando venne ricostruita. Originariamente era intestata a San Felice. Da sempre unita a Santa Giustina, nel 1919 fu eretta in parrocchia e consacrata nel giugno dello stesso anno. Custodisce tre dipinti probabilmente di fattura seicentesca”. Il settimanale “Domenica” della Diocesi di Belluno-Feltre, diretto dal vescovo emerito Giuseppe Andrich, nel più recente numero ricorda che domenica 9 giugno, giorno di Pentecoste, ricorre l’anniversario della dedicazione (spostata a lunedì per la coincidenza con la giornata festiva). Si tratta del centesimo, e per l’occasione sarà il vescovo monsignor Renato Marangoni a presiedere la concelebrazione della messa delle 16 con il parroco don Luigi Calvi, a coronamento di una serie di iniziative che erano partite fin dal Natale scorso e che si concluderanno con l’inaugurazione di una mostra fotografica sulla vecchia Meano e con un concerto. Torniamo al libro “Santa Giustina” perché nell’interessante capitolo “Alcuni dipinti nel territorio di Santa Giustina”, curato dallo storico prof. Sergio Claut, si può leggere fra l’altro: “Il dipinto dell’altar maggiore pare opera di Giovanni Fossa (Belluno 1645 -1732) per confronto con la pala nella chiesa di San Lorenzo a Modolo di Castion del 1684, mentre quello di sinistra nella navata spetta al pittore Agostino Ridolfi (Belluno 1646-1727). Convenzionale il primo, con due piani raffigurativi ben separati dove posano melensi personaggi, riscattati soltanto dal profilo arguto della Madonna che volge repentinamente il capo. Meglio costruito il secondo, con un’impaginazione semicircolare ascendente e centrata sulla figuretta di Gesù bambino che si offre allo sguardo scrutatore di Sant’ Antonio. A dire il vero i due francescani non sembrano ispirare propriamente santità, perché l’espressione dei loro volti è terragna e ben poco serafica… La terza opera sull’altare di destra in navata si presta a considerazioni interessanti e tali da innestare la produzione artistica locale dentro un ambito più articolato ed importante. Infatti il Sant’Antonio con Gesù e angeli è una copia tratta dalla Natività con Sant’Antonio, dipinta da Luca Giordano (Napoli 1634-1705) per la chiesa dello Spirito Santo a Venezia attorno al 1653 ed ora conservata nel Seminario di Venegono Inferiore per deposito dell’Accademia di Brera a Milano”.
NELLE FOTO (Parrocchia su Fecebook e riproduzioni dal libro Santa Giustina edito dal Comune bellunese): esterni della chiesa di Meano; tre dipinti sugli altari all’interno dell’edificio sacro.