Domenica 1 settembre scorso ricorrevano 102 anni dalla morte tragica all’età di venti anni (era nato lunedì 7 settembre 1896), di Arturo Dell’Oro, medaglia d’oro al valor militare. In quanto “Audacissimo pilota da caccia, infaticabilmente sorvolando le alte vette del Cadore, ardito fra gli arditi, piuttosto che rinunciare alla vittoria si slanciava contro un velivolo nemico e lo abbatteva coll’urto, precipitando insieme col vinto, esempio altissimo di coraggio e di mirabile abnegazione”come recita la motivazione della massima onorificenza italiana. Il fatto avvenne nel cielo di Belluno, nella località La Palazza, alle 11 di sabato 1 settembre 1917, un mese prima della rotta di Caporetto, quando un aereo austriaco Albatros, in volo da Pergine (Trento), cercava di defilarsi fra le vette del Pelf e dello Schiara, a nord di Belluno. Levatosi per intercettarlo e inceppatasi l’arma, Dell’Oro si lanciò contro il nemico, precipitando insieme sulle prendici del Pelf. Va detto che, oriundo di famiglia piemontese, volontario dal Cile, il sergente pilota Dell’Oro era già decorato di medaglia d’argento per azioni su Klause-Valle del Vilpacco (1915) e di Croce al merito. Il 28 maggio del 1925 il consiglio comunale deliberava il conferimento della cittadinanza onoraria. Arturo Dell’Oro, anche in rappresentanza dei caduti di Belluno, è uno dei 76 nomi sulla prima fusione della campana dei caduti di Rovereto. Dapprima sepolto nel cimitero monumentale, ora è nella Chiesa-ossario di Mussoi. Alla sua memoria, il 19 giugno 1921, fu intitolato il Campo d’Aviazione di Pisa San Giusto, mentre qualche tempo dopo avvenne lo stesso per l’Aeroporto di Belluno. Molte sono le strade a lui intitolate sia in Italia che in Cile. Nel paese sudamericano gli fu intitolata anche la Scuola Italiana di Valparaiso, ubicata in Avenida Pedro Montt. Dell’Oro – come ricorda la libera enciclopedia Wikipedia – era nato a Vallenar in Cile, da famiglia emigrata in America del Sud per cercare fortuna. Il padre era nato a Vagna, mentre la madre era di Pallanza. Frequentate le elementari, giovanissimo iniziò a collaborare con i genitori nella gestione della piccola vigna che il padre aveva impiantato, con grande fatica, nella fertilissima valle del Rio Huasco. All’inizio del maggio 1915, avuto notizia dell’imminente ingresso in guerra dell’Italia, si recò a Valparaíso, dove nel frattempo era stato costituito un Comitato per il reclutamento dei giovani destinati al fronte europeo. Arruolatosi, si imbarcò lo stesso giorno su un piroscafo diretto a Genova. Giunto in Italia si arruolò tra i volontari del Corpo Aeronautico, nuova specialità inquadrata nell’Arma del Genio del Regio Esercito. Ultimato il corso di pilotaggio e conseguito il brevetto di pilota aviatore, venne destinato nella seconda Sezione dell’83. Squadriglia Caccia dove si distinse in rischiosissime missioni di contrasto alle frequenti, e numerose, incursioni nemiche. Nel novembre 1915 gli fu assegnata la medaglia d’argento al valor militare per un’azione eseguita nel cielo della Val Clusa e qualche tempo dopo ricevette la promozione a sergente per merito di guerra.
NELLE FOTO (Wikipedia, Archivio storico Comune di Belluno, You reporter, Sito Borgato-Be.guerra): Arturo Dell’Oro; il luogo della sua tragica morte; i resti dell’aereo austriaco; momenti, a La Cerva, dei solenni funerali; l’aeroporto di Belluno che porta il nome dell’eroe (come una via nella zona di Sopracroda).