Sono cinquantotto gli esercenti “storici” premiati nella cerimonia dei “Maestri del commercio” organizzata da 50&PIÙ, aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia, presso la Basilica Santuario dei Ss. Vittore e Corona a Feltre, frazione Anzù.

Cinquantotto storie di lavoro e impresa. Di fantasia e coraggio. Di sacrificio e passione. Di coesione familiare e passaggi generazionali. Sono le storie raccontate domenica 18 novembre alla Basilica dei Santi Vittore e Corona a Feltre in occasione della premiazione dei “Maestri del Commercio”, il riconoscimento che 50&Più, l’associazione di ultracinquantenni aderente a Confcommercio, dà a coloro che hanno esercitato l’attività commerciale, turistica o dei servizi per più di 25, 40 e 50 anni. Dal Feltrino all’Alpago, dal Comelico alla Val di Zoldo, dall’Agordino al Cadore alla Valbelluna è stata un’intera provincia ieri ad essere rappresentata e premiata. 

«Una provincia nella quale ogni negozio rappresenta non solamente un’attività economica ma anche un caposaldo della vita sociale» ha affermato il presidente dei Confcommercio Belluno, Paolo. Doglioni. «Non esiste paese senza negozi, senza negozi muore qualsiasi paese».

Giuseppe Benozzi, presidente di 50&Più Belluno, in apertura del suo intervento ha voluto rivolgere un ringraziamento particolare ai premiati arrivati da zone particolarmente colpite dagli eventi calamitosi delle scorse settimane ma con caparbietà ha già saputo ripartire» ha detto Benozzi. «Le attività commerciali sono la vita per il tessuto socio economico delle nostre valli e noi vorremo che i “mestri” del commercio fossero un esempio per le giovani generazioni a non scoraggiarsi». 

Alla cerimonia dei premiazione dei Maestri del Commercio, oltre agli interventi del sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, del presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, e dell’onorevole Dario Bond, è intervenuto anche il presidente nazionale di 50 & Più, Renato Borghi. «Questo premio è un momento di riconoscenza per quello che avete fatto per i vostri paesi creando occupazione e sviluppo ma soprattutto creando relazioni sociali» ha detto Borghi. «E forse mai come in quest’epoca, caratterizzata da grande velocità, c’è bisogno di relazioni sociali. Grazie per la testimonianza che avete dato e date: la testimonianza che si può vivere una vita come l’avete vissuta voi: una vita attaccati a certi valori e all’impresa. Un’impresa che nasce, innanzitutto, dal desiderio di un persona, del cuore della persona di fare costruire qualcosa, di creare qualcosa di proprio. Un’impresa insomma non è solo un fatto economico. E il lavoro è certo un diritto e certo un dovere ma è, soprattutto, passione ed espressione di una persona».