di RENATO BONA
Concludiamo con questo servizio sulle “Paludi di Cesiomaggiore” la rassegna dei siti di interesse naturalistico che nell’ambito di un progetto generale è stato condotto dal Centro valanghe di Arabba, centro specializzato di Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto) nell’ambito del programma comunitario “Leader II” del Gal (Gruppo di azione locale) Dolomiti e Prealpi bellunesi e feltrine. Hanno collaborato, per il coordinamento generale di Alberto Luchetta con Renzo Scussel responsabile di progetto, diversi specialisti negli specifici settori dell’indagine: floristico-vegetazionale, faunistico, forestale e geologico. Il biotopo di Cesiomaggiore vede il sito di Pradenich (5 ettari a quota 430 metri) situato nell’area artigianale; la palude di Can (1 ettaro, a quota 417) sulla strada che porta a Menin, ed il sito di Dorgnan (8,3 ettari a quota 325-335) a lato della strada silvo-pastorale che va a Pullir. Gli elementi pregevoli che lo caratterizzano: Alneta di ontano nero, Carex randalpina, anfibi ed avifauna. Decisamente elevato il valore naturalistico dell’ambiente in cui sono inseriti numerosi biotopi caratterizzati da ristagni idrici. Pradenich. L’area ha registrato la creazione di una zona artigianale a ridosso del torrente Vinaz, che “drena il territorio paludoso, il quale conserva elementi di rilevante valore… l’area residua è caratterizzata da un bosco palustre dove prevale l’ontano nero al quale sono associati lembi di canneto, di prati igrofili e di altre associazioni palustri. Rilevante il valore, a livello floristico, di: Salix apennina, Trifolium patens, Trifolium dubium, Peucedanum palustre, Carex vulpinoidea e randalpina, Dactylorhiza incarnata. Quanto a Carex vulpinoidea viene ricordato che “si tratta di un’esotica nordamericana, segnalata per la prima volta in Italia proprio nel Bellunese, presso Safforze, da Carlo Argenti nel 1983”. Elemento di maggior spicco a livello vegetazionale è il bosco “che negli ultimi anni mostra buona capacità espansiva”. Palude di Can: tra le specie di apprezzabile valore floristico viene citata Thalictrum lucidum, oltre a Carex flava, Poa palustris e Lysimachia nummularia. Più interessanti, all’esterno del biotopo, i margini boschivi ricchi di geofite (Carpinion) e la rinnovazione di frassino maggiore, ovunque rilevante. E siamo al biotopo umido di Dorgnan, caratterizzato da due ben distinti habitat: il prato paludoso e il bosco igrofilo. La zona di prato è sensibilmente regredita per cause naturali e variazioni gestionali. Alcune interessanti specie palustri sono scomparse o ridotte a pochi esemplari: resistono Gentiana pneumonanthe e Plantago altissima mentre la popolazione di Eleocharis uniglumis è meno a rischio. Diversa la situazione del bosco igrofilo dove si nota un’apprezzabile espansione ed un miglioramento strutturale con due distinte comunità vegetali: l’alneta extraripariale di ontano nero e il carpineto con frassino. La vegetazione potenziale è rappresentata dal querco-carpineto. Eccoci ora all’erpetofauna del biotopo, costituita da varie specie di anfibi, con citazione in particolare per la Salamandra pezzata che risulta piuttosto comune in tutta l’area. Si segnala la coabitazione di tre specie del genere Triturus: il Tritone alpino, il crestato ed il punteggiato. In questi ambienti – si può leggere – si riproducono diverse specie di anuri con menzione per il comunissimo Rospo, la Rana agile e la Rana montana; presente anche la Raganella mentre nei canali e nelle pozze d’acqua “si possono vedere le rane verdi che svolgono vita acquatica per tutto il corso dell’anno”. Comune anche l’Ululone dal ventre giallo mentre più rari sono i rettili; unica specie adattata alle condizioni ambientali locali è infatti la Biscia dal collare. Uccelli: si possono osservare fino ad alcune decine di specie diverse, soprattutto passeriformi. In periodo riproduttivo sono comuni: Capinere, Cardellini, Cuculi, Fringuelli, Lui piccoli, Merli, Verdoni, Pettirossi, Scricciolo ed Usignolo oltre al Rigogolo. Non manca la Quaglia che condivide l’habitat con la più comune Allodola; sporadiche ma degne di menzione le segnalazioni di Re di quaglie mentre fra i rapaci diurni la specie più comune in zona pare essere la Poiana; rilevata fra i rapaci notturni la presenza dell’Allocco e della Civetta. Viene poi ricordato che l’esistenza di fasce arborate favorisce il Picchio rosso maggiore ed il Picchio verde; piuttosto comuni Rondine, Balestruccio, Gazza, Cornacchia grigia. Tra i micro mammiferi unica specie adattata alla vita acquatica è il Toporagno d’acqua di Miller. Topi: da segnalare la presenza del Topo dal dorso striato; ai margini del biotopo: Toporagno comune e Toporagno nano. Tra le arvicole solamente l’Arvicola del Liechtenstein. Infine tra i carnivori è presente nei dintorni la Volpe e la Donnola.
NELLE FOTO (riproduzioni dalla pubblicazione di Arpav “Paludi di Cesiomaggiore”): l’immagine riprodotta nella copertina del libretto; Carex randalpina; Carex culpinoidea; un tratto della Palude di Can con Carex acutiformis; bosco igrofilo a Dorgnan; scorcio del bosco di Ontano nero a Pradenich; femmina di Tritone crestata; rana verde (Rana synklepton esculenta); nido di Balestruccio (Delichon urbica).