AGORDO Ieri Andrea Fiocco (Fp Cgil) e Eva Pivetta (Uil Fpl), in una assemblea svolta a cavallo dei turni del mattino e del pomeriggio hanno presentato, i dettagli dell’accordo siglato il 27 novembre con la Direzione di ASCA, un accordo importante che mette sul tavolo risorse piuttosto consistenti: più di 2000€ medi per lavoratore. A regime, si crea un sistema di ripartizione del fondo basato su principi meritocratici, che cercheranno di destinare una premialità più sostanziosa a coloro che maggiormente si daranno da fare per rendere migliore il servizio molto delicato che una struttura per anziani offre alla comunità. I criteri adottati e concordati con l’azienda si basano su 3 pilastri, con pesi diversi tra valutazione del personale, presenza in servizio e disponibilità (misurata sull’orario in eccesso rispetto al dovuto). Il premio potrà essere esigito dai lavoratori in soldi contanti, oppure in beni e servizi (con un sistema di welfare aziendale che è in costruzione e che terrà conto delle principali esigenze dei lavoratori, sulla base di questionari che verranno sottoposti alla loro attenzione nelle prossime settimane), oppure in una modalità intermedia che modula soldi cash e welfare.
La reazione dei lavoratori è stata prudente, ben lontana dall’entusiasmo manifestato da qualche sindacalista nei giorni scorsi. Come tutti gli accordi è perfettibile. I lavoratori ci hanno riconosciuto lo sforzo di differenziare le malattie, in base a durata e frequenza, e di valorizzare chi ha un maggiore impegno, ma è sul sistema di valutazione che si annidano le maggiori preoccupazioni. Su questo è stato ovviamente concordata con la Direzione una formazione approfondita dei valutatori, garantita la possibilità di colloqui intermedi con essi e di ricorso nei confronti di valutazioni non comprese dai lavoratori (anche assistiti dal sindacalista), così da creare un confronto con i soggetti interessati. La premialità è solo uno degli strumenti che una Azienda mette in campo per creare un gruppo solido di professionisti che eroga un servizio importantissimo. Serve per fidelizzare i lavoratori e per essere attrattivi come opportunità di lavoro. Tuttavia il futuro delle case di riposo si gioca sulla qualità dei servizi che vengono erogati e sulla percezione che ne traggono i famigliari dell’utente. Le famiglie pagano molto per quel servizio, e non tutti hanno accesso al sistema delle impegnative che rende meno onerosa la gestione dell’anziano. Perciò la premialità deve anche essere vista come occasione per migliorare l’apporto del singolo al finecomune di dare un’immagine positiva della struttura alla comunità, affinché le famiglie le affidino con fiducia il proprio congiunto. Questi sono messaggi importanti che, come sindacati, ci sentiamo di far passare tra i lavoratori.
AI MICROFONI DI RADIO PIU ANDREA FIOCCO