Frequento d’estate (sia pure per un paio di settimane o poco più) da quando ero bambino, parliamo di settant’anni fa (!) quella parte di Dolomiti – da Selva di Cadore ad Alleghe, da Pieve di Livinallongo a Colle Santa Lucia, da Agordo ad Arabba -, che in questi giorni è al centro del disastro, e le ho girate in lungo e in largo, per cime e trincee, frazioni isolate e tracce di sentiero, avendo come guida e maestro un fraterno amico che anche tu conosci, Maurizio Reberschak: ho lì molte conoscenze e non soltanto professionali, collaboro con la Unione dei Ladini di Alleghe e di Selva di Cadore e in questi giorni ovviamente sono stato molto attento alle notizie (in parte ancora scarseggianti) che venivano da quei posti.
Conosco bene la Valle di San Lucano e il Laghetto delle Peschiere, per cui negli ultimi anni ho seguito con molta preoccupazione l’avvio dei lavori e la sordità di fronte alle voci critiche e allarmate, nell’ambito di una più ampia critica al progetto della ciclabile dal Fedaia ad Agordo, non già per la ciclabile in sé (ottima idea) quanto per lo scempio di ambienti naturali che la realizzazione porta e porterà con sé. Madre Natura, che quando la si irrita troppo, poi si vendica, ha dato un robusto altolà al progetto, specialmente là dove la ciclabile si sviluppa lungo le sponde del Cordevole, e ha mostrato che cosa sarebbe capace di fare delle previste costruzioni al Laghetto delle Peschiere. Il Tegnàs è molto bello da vedere, ma anche quello è capace di incazzature furiose…
La desolazione che ben si coglie nel video di Nicola del Din dovrebbe ammonire a fermare tutto e a ripensarci su bene!
Ma a me poi è venuto un atroce sospetto.
Che il disboscamento naturale abbia risparmiato la fatica del disboscamento meccanico, e che adesso si pensi che si possa procedere più spediti, magari con la giustificazione che il rilancio della promozione turistica della zona possa domani compensare i danni di oggi, cioè che possa essere la reazione dell’uomo e della comunità al disastro della Natura… Se così fosse, più alto dovrebbe levarsi il grido “fermatevi”.
Non so se e a che cosa possano servire queste mie parole, ma spero che una voce in più, per quanto modesta, ti sia d’aiuto.
Con molta cordialità,
Leopoldo Pietragnoli.