BELLUNO E’ partita, all’ospedale di Belluno, la chirurgia vascolare, alta specialità prima non presente in provincia. In due settimane, la neonata Chirurgia Vascolare dell’Ulss Dolomiti ha portato a termine con successo, tra il resto degli interventi, 4 interventi per aneurisma dell’aorta addominale con endoprotesi aortica (EVAR), una tecnica percutanea miniinvasiva che rappresenta una novità per il nostro territorio. Attraverso questa procedura, l’aneurisma dell’aorta viene trattato attraverso un accesso percutaneo a livello del femore e, tramite dei cateteri, vengono inseriti in aorta dei rinforzi. «Questa tecnica mininvasiva consente di poter curare anche pazienti ad alto rischio, con comorbilità» spiega il direttore della Chirurgia Vascolare Alessandro Irsara, «i vantaggi per i pazienti sono numerosi: non hanno dolore, si riducono le possibilità di complicanze e la ripresa è più rapida. Si evita al paziente il ricovero in Terapia Intensiva. La dimissione e il ritorno alla quotidianità avvongono a pochi giorni dall’intervento anche per i pazienti più fragili, in più, si riducono i rischi collegati alle ferite». L’esecuzione di tale metodica prevede l’utilizzo di apparecchiature complesse di ultima generazione ed uno sforzo organizzativo non indifferente. La chirurgia vascolare è attiva in Ulss Dolomiti dallo scorso marzo: il primo periodo è stato dedicato all’organizzazione degli spazi, all’acquisto dei materiali e delle strumentazioni specifiche e alla formazione dell’equipe. «Siamo partiti da zero e con la collaborazione di tutti in questi ultimi mesi sono state acquisite le strumentazioni, i materiali, l’organizzazione della sala operatoria e una prima formazione del personale. E’ un ottimo inizio di un percorso che ci porterà alla realizzazione di un’attività di chirurgia vascolare di alto livello. Abbiamo il vantaggio di avere un’èquipe multidisciplinare (con chirurghi vascolari e angiologi) che si fa carico del paziente a tutto tondo, dalla diagnosi, alla parte internistica di gestione farmacologica, al trattamento chirugico, anche con tecniche mininvasive, al follow up» conclude Irsara.
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