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BELLUNO “La linea Belluno-Castelfranco chiusa fino al 7 settembre. Nessun treno tra Belluno e Montebelluna fino al 26 ottobre e tra Calalzo e Ponte delle Alpi fino al 14 dicembre. Addirittura, nessun treno tra Belluno e Feltre fino al 14 giugno. Se in una provincia e in una Regione che tra meno di due anni dovranno ospitare le Olimpiadi invernali, questo è l’esempio della programmazione dei lavori, c’è da mettersi le mani nei capelli”. Roberto Toìgo, segretario generale di Uil Veneto e profondo conoscitore del territorio, essendo di Feltre, commenta così la notizia dell’allungamento della chiusura della linea ferroviaria, in concomitanza con lavori dell’Anas su un cavalcavia a Busche. “Ben vengano l’elettrificazione, i lavori di messa in sicurezza, gli interventi del PNRR e quelli delle Olimpiadi, finalmente si mette mano ad una viabilità che nella parte montana della nostra regione è storicamente sottodimensionata. Ma è assurdo che manchi totalmente una programmazione complessiva, che tenga conto delle esigenze di chi lavora e studia, dei pendolari. Gli autobus sostitutivi andranno a intasare un traffico già eccezionale. Sempre tra Feltre e Belluno, il passaggio di auto e autobus con il semaforo sarà disastroso all’apertura delle scuole. E quando scopri che il cantiere del cavalcaferrovia doveva essere già completato nel 2022, mentre adesso non è certo che venga chiuso nel 2025, ti rendi conto che non si può certo proseguire in questo modo. Non basta che gli enti preposti esprimano il proprio dispiacere”. Per questo, Toìgo chiede alla Provincia di Belluno e alla Regione Veneto di farsi parte attiva con Anas, Trenitalia e chiunque sia coinvolto “perché vengano adottate soluzioni alternative urgenti ed efficaci, prevedendo di lavorare 24 ore su 24: non è dignitoso, nel 2024, trattare così abitanti, lavoratori e studenti di questo territorio”.
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