Inps di Agordo, D’Incà (M5S): “La montagna ha bisogno di servizi per combattere lo spopolamento, ecco la risposta del Governo alla mia interrogazione”
AGORDO È approdato in Aula il futuro dell’agenzia Inps di Agordo, grazie a un’interrogazione del parlamentare bellunese del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà, a cui è stata data risposta dal Governo martedì mattina.
“La risposta del Sottosegretario – dichiara il deputato del Movimento 5 Stelle – ha permesso di fare chiarezza sul progetto che coinvolge l’agenzia di Agordo. Si tratta infatti di una proposta avanzata dalla direzione regionale veneta dell’Istituto previdenziale e sottoposta al vaglio della direzione generale per le valutazioni di competenza”.
La prospettata rimodulazione dell’agenzia in Punto Inps dovrà comunque avvenire nel rispetto del regolamento di attuazione del decentramento territoriale di cui si è dotato l’Istituto di previdenza e pertanto dovrà essere supportata, oltre che da valutazioni inerenti il contenimento della spesa pubblica, dalla garanzia di non arrecare disservizio al bacino di utenza di riferimento. Nella replica alla risposta del Sottosegretario, il deputato Questore alla Camera D’Incà ha esposto quali sono i problemi che determinano lo spopolamento della montagna bellunese, tra i quali anche la mancanza di servizi ai cittadini. Ed è proprio per questo che il deputato ha voluto sottolineare l’importanza del fatto l’agenzia Inps di Agordo non sia sottoposta a conversione in Punto Inps. D’Incà ha quindi chiesto al Ministro del lavoro e delle politiche sociali “se non ritenga di adottare, in tempi rapidi, iniziative volte a scongiurare la chiusura di un ufficio come l’agenzia dell’Inps di Agordo o il suo eventuale declassamento a punto Inps, posto che tale ufficio è di vitale importanza per la cittadinanza agordina, la quale, va ricordato, è costituita per la maggior parte di persone anziane”.
“La montagna ha bisogno di servizi per combattere la piaga dello spopolamento – conclude il parlamentare – la vallata agordina confina con il Trentino Alto Adige, dove il numero medio di figli per donna è quasi il doppio rispetto ai dirimpettai veneti. Questo vuol dire che se non vogliamo arrivare in un futuro prossimo ad avere grandi agglomerati urbani che fanno da contraltare a aree, come la montagna o gli appennini, sostanzialmente spopolate dobbiamo dare servizi a queste zone”.