BELLUNO Il piano regionale della mobilità ciclabile, approvato a inizio marzo dalla giunta di Palazzo Balbi è approdato in Provincia per l’analisi. Gli uffici provinciali stanno preparando un documento di sintesi che raccoglie tutte le osservazioni pervenute dal territorio, da far giungere a Venezia al fine di integrare il piano regionale. Numerosi i rilievi raccolti dalle Unioni montane, finalizzati a proporre in maniera costruttiva integrazioni e modifiche. A partire dall’idea di condividere con la Regione non solo la realizzazione delle infrastrutture ciclabili, ma anche la loro manutenzione ordinaria. Dal Cadore-Comelico è arrivato l’auspicio di inserire le nuove opere – realizzate o in fase di progettazione avanzata – all’interno del piano. I Comuni, con fondi di confine e fondi Letta hanno messo in piedi un vasto programma che prevede la nuova ciclabile attorno al lago di Centro Cadore, oltre alla già realizzata prosecuzione da Auronzo a Misurina e a Carbonin. Una ciclabilità sovraregionale, anello di congiunzione della Monaco-Venezia e punto di contatto est-ovest della Salisburgo-Grado. Sul tema del finanziamento «Il piano regionale è ben strutturato, ma mancano certezze sulle risorse a disposizione – dice Gianni Burigo, presidente dell’Um Longarone-Cadore-Zoldo – vanno anche inserite le aree oggi escluse: non solo Cadore e Comelico, ma anche Feltre e Agordino». Il consigliere provinciale Fabio Luchetta «Il territorio ha trovato ampia condivisione e dopo la stagione – per fortuna passata – in cui si facevano piccoli percorsi ciclabili chiusi all’interno dei singoli Comuni, oggi si ragiona di grandi dorsali ciclabili, collegate non solo internamente ma anche esternamente al nostro territorio. C’è la volontà di costruire un vettore per il turismo, e di dare uno sviluppo che possa contrastare lo spopolamento delle terre alte».
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