TAIBON Parte delle piste ciclabili dell’Agordino sono solo un ricordo dopo il 29 ottobre e ci vorranno parecchi giorni di lavoro per creare quel reticolo di strade e stradine che tanto piace a turisti e valligiani. Quello che rimane di problemi ne presenta comunque, prendiamo ad esempio due delle tre lunghe gallerie della vallata, terribili da fare in bicicletta per il fumo di scarico, l’illuminazione, il traffico soprattutto nei giorni di festa e nei turni di Luxottica. La galleria dei Castei, buia, spesso grigia ma soprattutto annacquata quando piove un po’ di più del normale la pioggia esterna si trasforma in ruscelli interni, improvvise venute d’acqua che mettono a rischio chi è alla guida dei mezzi e perde la concentrazione. Il ciclista ha un’unica possibilità: pedalare in galleria, la strada accanto è un terreno minato pieno di sassi caduti dal Monte Celo e la sbarra invita a non proseguire. Tra Taibon e Cencenighe c’era la vecchia regionale 203 agordina fino ad ottobre, che non è mai stata una pista ciclabile, ma una strada dismessa da Veneto Strade che i Comuni di Taibon e Cencenighe non si sono mai presi in “ditta” e di conseguenza è sempre stata una strada chiusa a qualsiasi mezzo, cioè aperta solo a pedoni ed animali. Ma tant’è parte di quella strada è crollata, inghiottita dal torrente Cordevole. Il ciclista ha un’unica possibilità: pedalare nel lungo, buio e freddo tunnel che da Listolade porta a Morbiach, però anche in questo caso esiste una strada laterale, la vecchia strada, ma come ai Castei il pericolo sassi è in agguato (non a caso è rimasta chiusa per anni) e una sbarra blocca i ciclisti anche se i più temerari come ai Castei pur di non infilarsi in galleria oltrepassano la sbarra e sfidano i sassi.
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