L’ARRIVO DI THOMAS BACH IN ITALIA ACCOLTO CON UNA LETTERA FIRMATA DA 1.185 PERSONE CHE CHIEDONO DI BLOCCARE UN DISASTRO AMBIENTALE ED ECONOMICO
CORTINA In un mese di mezza estate 1.185 cittadini hanno firmato di proprio pugno una lettera indirizzata al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach contro il rifacimento della pista di bob per le Olimpiadi 2026. La richiesta è di imporre alla Regione Veneto, al Comune di Cortina d’Ampezzo e alla Fondazione Milano Cortina 2026 di rinunciare alla costruzione della pista di bob a Cortina d’Ampezzo perché non sostenibile nell’aspetto economico e in quello ambientale. Venerdì 16 settembre Thomas Bach sarà a Roma e verrà insignito del “collare d’oro”, massimo riconoscimento sportivo del nostro Paese. Ad accoglierlo sarà sicuramente il presidente del CONI Giovanni Malagò, che al contempo è anche presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, ente preposto ad organizzare l’evento, che a poco più di tre anni dall’evento è senza amministratore delegato e in crisi di sponsorizzazioni. Nella stessa giornata partirà il plico con la raccolta firme per la sede del CIO a Losanna, in Svizzera. L’iniziativa del Comitato Civico Cortina fa parte ormai di una lunga serie di proteste locali che hanno trovato consenso anche a livello internazionale. Per la presidente del Comitato Civico Cortina Marina Menardi: «La pista di bob è ormai un emblema che testimonia come i principi che ispirano l’organizzazione delle Olimpiadi – sostenibilità sociale, economica ed ambientale in particolare – possano essere forzati, anche contro l’evidenza dei fatti e del buon senso. E questo non è un buon segnale per le future candidature». Il Comitato Olimpico Internazionale è contrario all’opera, ma la prepotenza politica e l’arroganza dei vertici sportivi nazionali lo stanno chiaramente mettendo in imbarazzo. È tuttavia ancora possibile evitare quest’opera inutile ed energivora per il futuro, spostando le gare altrove, come richiesto dai cittadini. Con una presa di posizione forte e autorevole da parte del massimo organo sportivo internazionale.
REAZIONI
IN ATTESA DI UN ATTO DI BUON SENSO
DI SUSY DAN, FALCADE
Sono tempi complicati. E schizofrenici. Mentre da un lato si moltiplicano gli annunci di chiusura imminente o a breve prevedibile di impianti sportivi del territorio per i costi ormai insostenibili dell’energia dall’altro si porta avanti, contro ogni buonsenso e nonostante la contrarietà di non pochi cittadini, il progetto di rifacimento della pista da bob di Cortina per le Olimpiadi del 2026. Credo sia superfluo sottolineare il valore educativo e sociale della pratica sportiva, a tutti i livelli e a tutte le età, e la sua importanza ai fini di un benessere psicofisico che due anni di pandemia hanno messo a dura prova. Non si può non considerare le due cose insieme. Da un lato i costi lievitati- per ora…, a 80 milioni di euro – per una pista destinata a “brillare” per il breve tempo di un’Olimpiade e a finire presto dismessa, come già successo per Torino 2006, per gli altissimi costi di gestione e l’esiguo numero di praticanti, poche decine in tutto tra bob, slittino e skeleton. Dall’altro la chiusura di impianti di cui beneficiano intere comunità e che, soprattutto ai più giovani, offrono occasione di aggregazione, di impegno, di svago e di confronto in un territorio piuttosto povero di opportunità.
Abbandonare il progetto della pista di bob (le soluzioni per le Olimpiadi non mancano, se solo si vuole coglierle…) e destinare quei fondi a mantenere in vita stadi del ghiaccio, piscine e altri impianti in difficoltà sarebbe un atto di buonsenso e di attenzione ai bisogni dei cittadini. Ad ottenerlo non bastano le “grida di dolore” di associazioni sportive, atleti e genitori e le pur lodevoli dichiarazioni di solidarietà. Ci vuole di più. Ci vuole l’azione determinata e concreta delle Amministrazioni. A tutti i livelli.
Susy Dan
Falcade
OLIMPIADI 2026. LETTERA AL CIO CONTRO PISTA BOB A CORTINA. PRESIDENTE REGIONE, “RISPETTO TUTTE LE IDEE MA ORA IL CIO SI ESPRIMA CON DEFINITIVA CHIAREZZA”
DI LUCA ZAIA, VENEZIA
VENEZIA “Ho il massimo rispetto per le idee di tutti. Vorrei però spiegare che qui non c’è qualcuno che ha capito tutto del mondo e chi non ne ha capito niente e spreca. Se oggi abbiamo le Olimpiadi a Cortina, con una ricaduta già palpabile e un aumento del Pil stimato da prestigiose Università di almeno un miliardo di euro è per la vittoria di una candidatura che aveva come asse portante del dossier proprio il Bob”. Così il Presidente della Regione Veneto commenta la lettera sottoscritta da 1.185 cittadini di Cortina D’Ampezzo che è stata indirizzata al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, contro il rifacimento della pista di bob per le Olimpiadi 2026, su iniziativa del “Comitato Civico Cortina”. “Ricordo – prosegue il Governatore – che siamo stati premiati per il progetto di Olimpiadi meno costose, sostenibili, e con un asse portante nel Bob. Con l’ulteriore progetto di estendere il tutto all’intera area dolomitica, oltre Cortina. Faccio queste premesse perchè questo dibattito rischia anche di dar vita a leggende metropolitane”. “Hanno scritto al Cio? – aggiunge il Presidente della Regione – ebbene, ora il Cio, che peraltro ha dato vita a questo dibattito tempo addietro, si esprima in modo chiaro e inconfondibile, magari spiegando quali ricadute si avrebbero su Cortina spostando il Bob e quali realizzandolo dove è previsto. Non abbiamo nessun feticismo per le opere pubbliche, solo la volontà di portare avanti un progetto”. “Se il business di un hotel è affittare camere – esemplifica il Presidente – è come se si dicesse che fare una grande spa non è vantaggioso perché non si tratterebbe di altre camere da affittare. Un albergo con la spa, invece sarà sicuramente più attrattivo e verrà ripagato dal maggior valore delle sue camere. Così vale anche per opere che possono sembrare distanti, ad esempio il Bob, che invece ci ha permesso di portarci a casa le Olimpiadi. Se non avessimo avuto lo storico Bob di Cortina, il più vecchio al mondo datato 1928, e protagonista delle Olimpiadi del 1956, non avremmo presentato questa candidatura”. Zaia invita a riguardare al 1956: anche allora si investirono 30 milioni di vecchie lire per il Bob. “A proposito di fondi, vorrei anche ricordare agli smemorati che l’opera non è finanziata dalla Regione, ma con fondi nazionali. Lo dico semplicemente per evitare che qualcuno si spinga troppo avanti con certe affermazioni”. “Nessuno si innamora delle opere pubbliche – conclude il Presidente del Veneto – però non è nemmeno accettabile che si descrivano questi progetti come mal pensati e privi di programmazione. Visto che questo dibattito ha visto tra i protagonisti anche il Cio, dico che ci aspettiamo dal Presidente Bach una posizione chiara e univoca, perché per noi è fondamentale”.
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