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BELLUNO Erano trentasette i cappelli alpini posati ai piedi dell’altare, nella Chiesa di Santo Stefano, durante la Messa presieduta dal Vescovo monsignor Renato Marangoni: trentasette in rappresentanza dei centosei alpini della Sezione di Belluno “andati avanti” durante il corrente anno. A rendere gli onori erano presenti i gagliardetti dei 44 Gruppi della Sezione, schierati assieme a labari di altre associazioni combattentistiche e d’arma, nell’abside e tra le navate. Presenti anche varie autorità, tra le quali il vice sindaco Paolo Gamba, una rappresentanza del 7° Reggimento Alpini, una folta schiera di alpini e numerosi famigliari ed amici. «Tutti – ha sottolineato il presidente sezionale Lino De Pra – uniti in un commovente abbraccio ai loro cari perché “nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta”». Per voce del segretario generale della Sezione Giuliano Pastori i centosei nomi sono stati chiamati uno per uno all’appello, affinché ciascuno non sia dimenticato a ragione di quanto hanno saputo dare nella loro vita: persone operose, solerti ma discrete nel prestare aiuto, salde nelle tradizioni alpine. La cerimonia, accompagnata dai suggestivi canti del Coro Adunata, diretto da Bruno Cargnel, è stata concelebrata dall’assistente spirituale della Sezione monsignor Sandro Capraro e da don Giuseppe Ganciu, cappellano del 7° Reggimento di stanza alla caserma Salsa/D’Angelo. Il rito si è concluso, come è tradizione delle cerimonie religiose alpine, con la lettura della “Preghiera dell’Alpino”, testo che esorta, tra l’altro, ad essere degni dell’operato di chi ci ha preceduto.
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