DAL 4 MAGGIO MENO RESTRIZIONI AL MOTTO DI “SE AMI L’ITALIA MANTIENI LE DISTANZE”. RESTA LA STRETTA MA I FAMIGLIARI POTRANNO RIVEDERSI MA NON RIABBRACCIARSI. SI POTRA’ USCIRE DI CASA DENTRO I CONFINI REGIONALI SOLO PER VALIDI MOTIVI LEGATI A LAVORO E SALUTE. ANCORA 4 MORTI IN PROVINCIA, A TRICHIANA IL DECESSO DI FRATELLO E SORELLA ENTRAMBI OSPITI DELLA CASA DI RIPOSO.
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di Mirko Mezzacasa
Chi si aspettava il “tana libera tutti” per il 4 maggio è rimasto deluso, tra sette giorni si sarà un allentamento ma non sarà un ritorno alla vita normale, si potranno rivedere i parenti anche lontani, riprenderà l’attività fisica anche lontano dall’abitazione ma non in gruppo. Saranno ancora vietati gli spostamenti interregionali e per chi vorrà muoversi dentro i confini regionali dovrà munirsi di autocertificazione, verrà proposto un nuovo modulo il quinto della serie. Le attività commerciali potranno riaprire dal 18 maggio con limitazioni diverse e precise prescrizioni in primis ingressi contingentati, distanziamento sociale e protezioni ad iniziare dalla mascherina. Bar, ristoranti, parrucchieri, estetiste dovranno attendere il primo giugno, più di un mese. No alle messe in chiesa, meno restrizioni per i funerali, sono infatti concesse le cerimonie funebri all’aperto ma con un massimo di 15 persone. Riaprono i parchi ma non i musei. Non sono concesse feste, nemmeno le tavolate e il Governo minaccia serrati controlli. Rimane almeno fino al 18 maggio il divieto di spostarsi da una regione all’altra tranne che per comprovate esigenze. Dal 4 maggio sarà possibile rientrare nella propria residenza. La mascherina sarà obbligatoria non per la passeggiata in solitaria all’aria aperta ma in qualsiasi luogo pubblico e il prezzo di vendita non potrà superare il mezzo euro e non sarà applicata l’iva. Le aziende dei trasporti dovranno organizzarsi scaglionando le corse e dovranno dotarsi di termo scanner per la misurazione della temperatura. Da oggi via libera al settore manifatturiero e all’edilizia. L’anno scolastico sui banchi di scuola è terminato, se ne riparlerà dal 1 settembre con tutte le precauzioni del caso, banchi distanziati e igienizzatori ovunque e entrate in classe a gruppi non saranno più ammesse le classi “pollaio”. “Ragionevolmente scuole chiuse fino a fine anno scolastico – ha detto il premier Conte – avremo anche una nuova esplosione in una o due settimane e non possiamo permetterci di rischiare con le scuole. In questo momento abbiamo elaborato un rischio calcolato e non possiamo riaprirle. Non rimaniamo inermi la Ministra Azzolina sta lavorando per ripartire al meglio a settembre. Funziona bene l’attività a distanza grazie a tutti. Ora stiamo valutando gli esami di Stato, consentiti in conferenza personale in piena sicurezza. Congedo straordinario e buono baby sitter verranno rinnovati”. Per gli autonomi dovrebbe arrivare un secondo assegno (in automatico) di 800 euro. Il nuovo decreto permetterà dal 4 maggio la possibilità della vendita del cibo da asporto, in Veneto questo è possibile già da alcuni giorni, inoltre saranno concesse le passeggiate oltre la prossimità dell’abitazione, in Friuli Venezia Giulia il presidente Fedriga ha anticipato i tempi e questo sarà possibile già da oggi. Il Alto Adige il presidente Kompatscher concede l’uso della bicicletta senza alcun vincolo. A proposito delle nuove ordinanze venete il presidente Luca Zaia è convinto di aver agito nella legalità e in coerenza con le decisioni del governo. L’avvocato regionale, Franco Botteon, ha preparato un prospetto sinottico, suddiviso per argomenti, con tutti i provvedimenti emanati dal governo di Giuseppe Conte e dal Veneto, con tanto di confronto con le altre Regioni. «Così – ha detto Zaia – facciamo anche uscire di scena tutte le leggende metropolitane che leggo che non hanno nessun senso di essere non solo scritte, ma neanche dichiarate. I prefetti rappresentano il governo, o i veneti? Dovrebbero riconoscere che l’ordinanza è stata fatta recependo le indicazioni del Governo. Capisco le loro difficoltà, ma io non so cosa farci. Nessun conflitto. Capisco la loro preoccupazione. La nostra ordinanza resta in vigore finché un tribunale dirà di no. Se ci sarà un ricorso, andremo là con le carte e diremo di aver fatto quel che ci ha detto lo Stato». In Italia ieri sono tornati ad aumentare i malati, non succedeva da cinque giorni, per la prima volta dall’inizio della pandemia l’incremento dei decessi ha fatto segnare un calo importante, ieri la metà di sabato e degli altri giorni della settimana. In Veneto ieri si sono registrati “solo” 80 contagi, un record dall’inizio dell’emergenza ma va anche ricordato che era il ponte del 25 aprile quindi al rallentamento dei contagi corrisponde probabilmente anche un rallentamento dei tamponi e come sempre i contagi sono direttamente proporzionali al numero di test. Il calo dei positivi (-294), dei pazienti in area non critica (-8), in terapia intensiva (-5) e in quarantena (-279) confermamo comunque il trend. Aumentano i dimessi (+19) e i guariti (+347). Ancora tanti i morti: 19 negli ospedali nelle ultime ventiquattr’ore. In Provincia altra giornata drammatica con 3 decessi nelle ultime 24 ore. All’ospedale di comunità di Belluno, nella nottata del 25 aprile, si è spento un uomo di 78 anni ricoverato nel reparto Medicina (area a bassa intensità). In mattinata ci ha lasciato una nonna di 91 anni ricoverata in Pneumologia. Nel pomeriggio si è spento un uomo di 88 anni ricoverato in Malattie Infettive. Tra le vittime anche due fratelli di Trichiana ospiti della casa di riposo, morti a distanza di sette ore tra la Rsa di Trichiana e la pneumologia covid del San Martino. Il totale dei morti in provincia è salito a 77. Nessuna variazione nei ricoveri in ospedale, i pazienti ricoverati sono 96 compresi i 12 trasferiti dalle case di riposo all’ospedale di Agordo diventato ospedale covid, 31 i ricoverati sotto all’Agner, 42 al San Martino in area non critica, 7 in terapia intensiva, dall’inizio dell’emergenza sono stati dimessi 114 pazienti. Tanti i tamponi in questi ultimi giorni, 498 in più nelle ultime 24 ore a Belluno (totale 17.182), persone in quarantena sono 1250, rispetto a sabato 54 in meno.