di RENATO BONA
La recentissima beatificazione di Giovanni Paolo I, Albino Luciani, asceso al soglio di Pietro il 26 agosto 1978, ha portato alla ribalta mondiale anche Canale d’Agordo, il paese natale del “Papa bellunese del sorriso” a proposito del quale lo storico agordino Loris Serafini (autore fra l’altro, di una trentina di prestigiose pubblicazioni; membro del comitato scientifico della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I; direttore della Fondazione e del Museo-Casa natale di Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I di Canale d’Agordo dall’1 gennaio 2010; presidente della commissione storica per la fase diocesana del processo di canonizzazione di Luciani) il quale, attingendo anche a fonti inedite quali l’Archivio arcipretale di Canale d’Agordo, e l’Archivio vescovile di Belluno – nel luglio di 4 anni fa ha realizzato (contributo del Consorzio Bim Piave di Belluno) il libro “La Pieve di San Giovanni Battista a Canale d’Agordo (Dolomiti Bellunesi). La chiesa di Papa Luciani”. Hanno collaborato in vario modo, anche con la concessione di immagini fotografiche, oltre ad Antonella Schena che si è occupata dell’impaginazione grafica: l’Union Ladina Val Biois, Cesare Andrich, Laura Busin, Ivan Cagnati, Vigilio Costa, Andrea Fiocco, Giulia Fiocco, Carlo Lorenzi, Gloria Sabina Manera, Inna Maslovska, Bepi Pellegrinon, Ennio Poletto, Enrico Tomaselli, Flavio Vizzuti. La pubblicazione si apre con un saluto dell’allora arciprete di Canale d’Agordo, don Mariano Baldovin “piovan de Canal”, il quale afferma fra l’altro che: “Scorrendo queste pagine, conosciamo la storia della Valle del Biois, le opere artistiche ivi custodite, le tradizioni, ma oltre vi scorgiamo anche la sua gente, le persone che l’hanno fatta bella e unica”. Ancora Baldovin: “Tutto ci parla della laboriosità, dell’ingegno, della fede e della solidarietà di chi ha vissuto in questa Valle, che aveva come centro ideale la bella chiesa di San Giovanni Battista. E noi, entrando in questa storia, accostando chi ora la rende viva, possiamo ancora scoprirvi il cuore: una naturale semplicità, una fede sobria, una cordialità sincera, Una terra e una gente che si fa amare”. Detto che per quanto concerne la pievanale di San Giovanni Battista avremo modo di soffermarci con altro servizio, proponiamo qui un po’ di storia del paese, seguendo la traccia di Serafini il quale esordisce ricordando che gli abitati che oggi compongono il centro di Canale d’Agordo formavano un tempo due Regole (antiche proprietà collettive che – unità giuridiche precedenti ai comuni, in cui i capi famiglia gestivano autonomamente e democraticamente il territorio di competenza): quella verso nord di Forno con Pieve (o Col) e Tancon, verso sud quella di Pitiguógn, con Garés. Il centro del paese in base a documenti del 1148 era formato dall’abitato di Col, detto anche Pieve, caratterizzato dall’ampia piazza “Prà de San Zuanne” detta anche “Piazza grande del Forno” o “Piazza della Pieve”, dasl 1979 ribattezzata “Piazza Papa Luciani”. Era luogo di socializzazione e commerci ma anche di incontri della gente e di sacralità per la presenza della chiesa e del cimitero. Con la prima “fulcro della vita parrocchiale della valle”. A sinistra del tempio il quattrocentesco ospizio della Confraternita dei Battuti e sede delle Regole. La imponente Canonica arcipretale venne ricostruita dagli abitanti della Val Biois nel 1741 dopo il rovinoso incendio che l’aveva distrutta come gli adiacenti fabbricati. Oggi, l’ex Ospizio è sede del Museo Albino Luciani (il “Musal”). Sul lato destro della chiesa era invece sorta dalla seconda metà del Settecento la bella villa veneta della famiglia Zannini che nel 1847 edificò una pionieristica birreria che alla fine dell’Ottocento “era appannaggio di un ramo della famiglia Luciani, che si trasferì a Pedavena, trasferendovi la celebre birreria”. Quanto alla Casa delle Regole si tratta, per Serafini, di uno splendido esempio di architettura seicentesca, edificata dalla famiglia Doglioni di Belluno nel 1640 e poi probabilmente acquistata dalle Regole di Forno e Pitiguogn; l’edificio è stato restaurato nel 1988 ed è adibito a sede di mostre. Sul retro della Casa vale la pena visitare il “Giardino della memoria” ricostruzione in scala della Campagna di Russia ideata da Giovanni Fontanive (1937-2009) e dedicata ai soldati che non hanno mai fatto ritorno. Ci avviamo a conclusione ricordando che dalla piazzetta di Tancon verso ovest si giunge alla sede della prima Latteria cooperativa d’Italia, sorta nel 1872 ad iniziativa dell’illuminato arciprete Antonio Della Lucia. Al termine della via ecco la casa natale di Albino Luciani. Proseguendo, nel villaggio di Gares si può visitare la splendida chiesa della Beata Vergine delle Grazie e di San Gottardo del 1732 e a Carfon quella dello Spirito Santo, del 1717.
NELLE FOTO (sito musal.it e riproduzioni dal libro “La Pieve di San Giovanni Battista a Canale d’Agordo”): la copertina della pubblicazione; l’autore dott. Loris Serafini; panoramica datata di Canale d’Agordo; la piazza della Pieve nei primi del Novecento; il “passeggio” dell’antica villa Zannini-Donati; l’antica Birreria; la Casa delle Regole; il “Giardino della Memoria”; 1890: inaugurazione della Latteria a Forno di Canale; casa natale di Albino Luciani; la chiesa della Beata Vergine delle Grazie a Gares (foto Ennio Poletti); l’Oratorio di San Simon a Vallada Agordina; il paese come era alla nascita di Albino Luciani e come si presenta oggi.