di RENATO BONA
Leggendo e soprattutto guardando il contenuto del capitolo intitolato “Il lavoro” , articolato in: “La Risina”, “La Cartoneria”, “Le Segherie”, “L’impresa Polla”, “La Faesite”, “La Fabbrica di birra”, “Ditta F.lli De Biasio”, “Ditta G. Plattner” concludiamo l’analisi del libro “Così lontano, così vicino…” che l’amica longaronese Elda Deon Cardin ha dato alle stampe nel dicembre 1998 con la Grafica Niero di Belluno, dedicandolo al padre Wer. La pubblicazione è il frutto dell’appassionata raccolta di vecchie cartoline che l’autrice ha curato – come ricordava il critico Marino Perera nella presentazione – “con convinzione ed amore, per testimoniare il suo affetto e tutta la nostalgia per: ‘Quel paese, Longarone’, che ora non c’è più, ma vive intatto nel suo cuore” anche se Elda fin dal 1955 vive a Belluno. Un sentimento che sostanzialmente è quello che l’allora sindaco Gioachino Bratti condivideva scrivendo fra l’altro: “A Elda sono legato da tanti ricordi della mia fanciullezza, trascorsa in allegre bande di ragazzi negli orti e giardini che circondavano le nostre case dietro a piazza Jacopo Tasso, tra villa Basso e la Caserma dei carabinieri, uno dei siti più tranquilli della vecchia Longarone, in cui i campi di intrufolavano nel cuore del paese”. Ed aggiungendo: “Con piacere perciò ho aderito al suo desiderio di scrivere qualche parola di introduzione a questa pubblicazione di cartoline della vecchia Longarone. Ma il piacere è divenuto gratificazione quando ho guardato le foto che compongono la raccolta, una più bella dell’altra, davanti alle quali mi sono veramente soffermato con interesse e, a volte, con commozione…”. La prima immagine proposta in quest’occasione è del bellunese P. Breveglieri, collezione Giuseppe De Bona ed è accompagnata da questa dicitura: “1901. ‘Resina’: serve per la conduttura legname nel bosco di Cajada (m. 1156)” e questo commento: “Le ‘taje’, scivolando sulla risina, giungono a valle, da dove proseguono il cammino verso le segherie”. A seguire, dello stesso fotografo, collezione Elda Deon Cardin: “1903 – Longarone – Cartoneria vista dalla strada nazionale” e commento: “L’acqua del Vajont scende in una cascata, dopo un percorso di parecchi chilometri, per giungere, lungo il canale Protti scavato nella roccia, ad alimentare la fabbrica. Per Dogna e Provagna ci sono solo un sentiero e una passerella che talvolta l’acqua impetuosa del Vajont travolge”. E siamo alla terza immagine: editore Giuseppe Bertoia di Longarone, foto di Bruto Recalchi, collezione Bruno De Toffol: “1928 – Dintorni di Longarone – Cartoneria S. Marsoni & C.”, commento: “Sulla riva sinistra del Piave, sorge il villaggio del Vajont. La Cartoneria qui illustrata è stata costruita nel 1900 da Gustavo Protti. E’ la volta di: “1930 – Longarone (m. 470)” foto G. Burloni, collezione Elda Deon Cardin, commento: “In primo piano, a sinistra, notiamo le ‘tole’ accatastate vicino al canale della ‘Roia’ che forniva la forza motrice alla segheria”, seguita dalla foto di cui P. Breveglieri è editore, collezione Nerina e Carla Pra Baldi: “1927 – Panorama di Castellavazzo visto dalle Segherie Malcolm”, così commentata. “In quegli anni l’industria del legname era molto fiorente¸ come si può notare, lungo le rive del Piave, le segherie lavoravano a pieno ritmo”. Praticamente un doppione, anche se con data diversa, l’immagine seguente, editrice la premiata casa Breveglieri Belluno, collezione Bruno De toffol: “1930 – Panorama di Castellavazzo dalle Segherie Malcolm”; stringatissimo il commento: “Altra veduta panoramica”. Ancora l’editrice Breveglieri con foto di Bruto Recalchi di Longarone, collezione Giovanni Battista Polla: “1922 – Longarone (Belluno) – Stabilimento A.Polla e C”, così commentata. “Dopo la prima guerra mondiale i Fratelli Polla ed altri soci formano una società e costruiscono di fronte alla stazione ferroviaria di Faè, uno stabilimento per la fabbricazione di serramenti in legno”. A questo punto tocca all’immagine di Foto G. Burloni di Belluno, collezione Elda Deon Cardin: “1936 – Longarone – Frazione Faè” della quale è scritto: “Dalla lunga ciminiera esce il fumo della Faesite, entrata in funzione in questo anno”. Seguita da quella della Brfeveglieri, stessa collezione. “1917 – Longarone vista da Roggia”, di cui si legge: “Tre distinti signori salgono la strada che porta alla fabbrica di birra. In lontananza le scuole elementari e il campanile”. Concludiamo con gli scatti di “tipografo sconosciuto” entrambi collezione Elda Deon Cardin; per il primo: “1914 – Fratelli De Biasio – Longarone” l’autrice del libro ha voluto questa didascalia: “Non vi sembra di sentire nell’aria il profumo dei biscotti e dei panettoni appena sfornati dal pasticcere Gigi Pozzobon?” e per il secondo: “1922 – G. Plattner – Longarone”: “Ecco un esempio preciso di un’ordinazione di una piastra per cucina economica”. Ma diamo appuntamento a chi ci segue su Fb a più avanti, quando avremo occasione di “documentare” e commentare nuovi accattivanti lavori di Elda Deon Cardin!